Manuela Bailo, 34 anni, di Nave (Brescia) impiegata nella Uil di Brescia, era stata uccisa tra le 4 e le 6 del mattino del 29 luglio nella casa dei genitori di Fabrizio Pasini, il suo amante storico, ex sindacalista Uil, a Ospitaletto dopo una serata al lago di Garda. Alle 11 del mattino del 30 luglio, aveva caricato il corpo nel bagagliaio della Mitsubishi Asx l’aveva scaricato in una discarica di un ex allevamento di maiali in una cascina ad Azzanello. Il 1 agosto era tornato per vedere “se tutto era a posto”. Il 2 agosto, come se niente fosse, era partito per la vacanza in Sardegna con la moglie e i due figli adolescenti da tempo programmata. Era stato arrestato dai carabinieri al suo ritorno per omivcisio volontario. Per un po’ aveva provato a negare, poi era crollato: “Non volevo ucciderla, abbiamo litigato, l’ho spinta giù dalle scale, ha battuto la testa ed è morta. Preso dal panico ho fatto sparire il cadavere. Voleva che lasciassi la mia famiglia ma io non me la sentivo e allora…£. La storia, con alti e bassi, andava avanti da anni. Manuela voleva che si separasse, come le aveva promesso infinite volte, ma lui niente. “quella notte il mio telefono squillava continuamente, era mia moglie che voleva sapere dove ero finito. Lei urlava e mi insultava, ho perso la testa. Lei non respirava più, ho lavato come potevo e me ne sono andato”. La casa era vuota perché i suoi genitori erano in vacanza proprio con i suoi figli.
Secondo la procura, Pasini, ex rugbista, grande e grosso, avrebbe organizzato di uccidere Manuela “che lo voleva solo per sè e che non voleva che lui andasse in vacanza con la famiglia”. L’ex sindacalista avrebbe premeditato il delitto freddamente, l’aveva convinta ad uscire con lui prima della partenza per la Sardegna. Prima stordita con un oggetto pesante in testa e poi due coltellate alla gola. e sgozzata. Il pm Francesco Carlo Milanesi non ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio premeditato e occultamento di cadavere. L’esame autoptico aveva rinvenuto sul collo di Manuela un taglio profondo che ha reciso l’arteria carotidea destra. Sul cranio della 35enne erano state trovate altre ferite non compatibili con una caduta dalle scale. Manuela si era arrabbiata scoprendo per un tatuaggio con le iniziali dei suoi figli invece di farne uno eguale come le aveva promesso. Ma con le sue iniziali.