Dopo 12 ore e 49 minuti, la giuria della Crown Court di Leeds ha condannato sette uomini accusati di aver abusato di ragazzine fra i 12 e i 15 anni. Sul capo degli imputati, Usman Ali, Banaras Hussain, Abdul Majid, Gul Riaz, più altri tre i cui nomi non sono stati resi pubblici per motivi legali, ben 12 capi d’accusa fra cui stupro, aggressione e sequestro di persona.
È la fine di un caso che ha sconvolto il Regno Unito, accaduto nella tranquilla Huddersfield, suggestiva città medievale del West Yorkshire, in Inghilterra. Gli uomini, tutti di origine pakistana ma con cittadinanza inglese, avevano preso di mira delle ragazzine che attiravano con modi gentili, per poi trasformarsi in aguzzini: tutte sono state sottoposte a pressioni psicologiche e costrette ad assumere droghe prima di subire “violenze spaventose”, si legge nella sentenza.
La corte ha ascoltato il procuratore Kate Batty, che ha dichiarato che gli abusi avvenivano in auto, hotel e appartamenti, fra cui quello di un uomo “coinvolto nel traffico di stupefacenti e in possesso di una pistola”.
La prima vittima era stata presentata a uomini più anziani da un compagno di scuola: è stata minacciata, intimidita e picchiata. “Era terrorizzata e non vedeva alcuna via d’uscita”. La famiglia della ragazzina ha cercato in tutti i modi di tenerla al sicuro e in più occasioni si è rivolta alla polizia e ai servizi sociali, ma all’epoca, “forse le autorità non avevano la comprensione che hanno ora per l’adescamento e lo sfruttamento sessuale dei bambini. Alla fine, i servizi sociali hanno detto alla famiglia che probabilmente alla ragazza tutto questo piaceva, se continuava a frequentare quella gente”.
Un’altra vittima ha raccontato di essere stata scaraventata per strada da un’auto in corsa con i pantaloni abbassati, dopo essere stata costretta a fare sesso con due o tre uomini: “Era ubriaca e drogata. Aveva solo 15 anni”.
Ali, noto anche come Johnny, 34 anni, Hussain, 39, Riaz, detto “Saj”, 43 anni, e Majid, detto “Smikey”, 35, sono stati condannati per stupro, aggressione, riduzione in schiavitù e sequestro di persona.
Michael Quinn, del “Crown Prosecutor Service”, ha dichiarato: “Al centro di questo caso ci sono le due vittime, che hanno sofferto immensamente a causa degli abusi subiti. Dobbiamo tutto al loro grande coraggio: hanno denunciato, assistito al processo e sostenuto le accuse in un modo che dev’essere da esempio per tutti. Spero sinceramente che le condanne contribuiscano in qualche modo ad aiutare queste giovani donne a ricostruire la loro vita”. Dello stesso avviso Richard McNamara, ispettore capo di polizia del distretto di Kirklees: “Gli uomini coinvolti in questi reati hanno derubato le vittime della loro infanzia e hanno abusato di loro in modo davvero spaventoso. È difficile immaginare l’impatto emotivo degli abusi subiti, ma è chiaro che il coraggio di queste ragazzine ha contribuito a eliminare dalle nostre strade soggetti altamente pericolosi”.