Per il gup Alberto Ziroldi, Igor il russo, “nome d’arte” di Norbert Feher, 38 anni, il killer di origine serba accusato degli omicidi del barista Davide fabbri e del volontario Valerio Ferri, insieme ad altri reati, merita il massimo della pena: ergastolo. A cui si aggiunge l’interdizione perpetua ai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena.
Processato a Bologna con rito abbreviato dopo il rigetto dell’ennesima perizia psichiatrica, Igor il russo era stato catturato a Saragoza, in Spagna, il 15 dicembre del 2017, dopo otto mesi di latitanza e una caccia all’uomo serrata in cui era riuscito a mettere sotto scacco le polizie di mezza Europa, a cominciare da quella italiana.
Norbert Feher non ha mostrato alcuna emozione alla lettura della sentenza, ascoltata in videoconferenza dal carcere di Saragozza dove è rinchiuso. Il suo avvocato, Gianluca Belluomini, ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello.
La sentenza andrà notificata in Spagna accompagnata da un nuovo mandato di arresto europeo, nell’attesa che il paese iberico si pronunci sull’estradizione al termine dei processi a suo carico, per tre omicidi e due tentati omicidi, che inizieranno a breve.
Il guop ha anche deciso i risarcimenti alle famiglie delle vittime: 497.880 euro a Maria Sirica, vedova di Davide Fabbri e 300mila al padre Franco, 400mila euro ciascuno ai due figli di Valerio Verri, 50mila per la nipote, 30mila alla provincia di Ferrara e 20mila al servizio di vigilanza di “Legambiente”. Per l’agente di polizia provincia Marco Ravaglia, ferito nell’agguato costato la vita a Verri, il risarcimento sarà stabilito in giudizio civile. L’ammontare complessivo è pari a 4,7 milioni di euro.
Polemico il commento di Maria Sicica, vedova del barista Davide Fabbri: “Chi lo ha ammazzato non è stato Igor, ma lo Stato, perché questa persone non doveva essere in Italia. Non è giusto che una persona venga a fare una rapina e ammazzi le persone, ma qui siamo in Italia e tutto è permesso”.