È tutto pronto: alle 8 di questa mattina, iniziano le operazioni per l’apertura delle due tombe nel Cimitero Teutonico, su autorizzazione del Vaticano. Ancora una volta, i familiari sperano di poter mettere la parola fine alla scomparsa di Emanuela Orlandi, che dal lontano 1983 è avvolta nel mistero più fitto. L’operazione è stata voluta dal cardinale Parolin, disposta dal promotore di giustizia vaticana Gian Piero Milano: l’intervento riguarda la “Tomba dell’Angelo”, in cui dal 1836 è sepolta la principessa Sophie von Hohenlohe, e un’altra – proprio accanto – in cui dal 1840 riposa un’altra nobile, Carlotta Federica di Mecklemburgo. Il sospetto che all’interno di una delle tombe possano trovarsi anche i resti di Emanuela arriva da una lettera anonima che consigliava la famiglia di cercare in quei punti.
A supporto delle operazioni il centro Operativo della Gendarmeria Vaticana, mentre i campioni da analizzare saranno prelevati da Giovanni Arcudi, esperto di antropologia forense e professore di medicina legale all’Università Tor Vergata di Roma, che ha dichiarato: “Siamo impegnati nell’apertura di due tombe nelle quali presumiamo di trovare resti già allo stato scheletrico. Se sarà così, applicheremo i protocolli internazionaliche si utilizzano per l’identificazione, la classificazione, la datazione e per tutte le altre diagnosipossibili in antropologia forense per stabilire età, sesso, staturae quant’altro. Abbiamo predisposto, come si fa per questi casi, un ordine protocollare che potrà subire modifiche in base a ciò che andremo a riscontrare dopo l’apertura delle tombe, nel caso ci trovassimo di fronte a repertidiversi da quelle che ci aspettiamo”.