Il sistema era vecchio come il mondo: "dammi i tuoi soldi e ti offro un rendimento a due cifre”. Fabio Gaiatto (nella foto), il Madoff del Veneto, la sua società e i suoi aggerriti complici hanno così dilapidato i risparmi di centinaia di persone, comprese il tennista Ivan Seppi, alleggerito di ben 500 mila euro. Il processo è in corso e sono centinaia le parti civili costituite, casi mille, con 67 avvocati, nell’aula magna del centro culturale Aldo Moro di Cordenons (Pordenone) trasformato in tribunale visto l’affollamento delle parti in causa. Il “cervello” dell’operazione era Fabio Gaiatto, il 43enne finto broker di Portogruaro accusato di aver truffato oltre mille clienti che si erano a lui affidati per investimenti online nel mercato Forex, e ai suoi 16 presunti complici, a partire dalla moglie Najima Romani, 32 anni. Lui era un ex direttore d’albergo con interessi economici in Croazia. Tra le parti civili anche associazioni come il Codacons ed enti come il Comune di Portogruaro. Il procuratore capo di Pordenone Raffaele Tito, che ha coordinato le indagini con il pm Monica Carraturo, ha poi annunciato di aver dato il consenso ai primi due patteggiamenti: quello del lombardo Massimo Baroni (un anno e mezzo) e quello del triestino Ubaldo Sincovich (un anno e 5 mesi), accusati di aver fatto da procacciatori di clienti. I due sono anche i primi - Baroni con 9 mila euro, Sincovich con 8500 - a effettuare i versamenti nel conto corrente aperto dalla procura per i risarcimenti delle vittime. Oltre a Gaiatto (“Sapevano bene il rischio molti hanno guadagnato più dell’investimento”, si difende), tutta la schiera dei suoi collaboratori per un giro di decine di milioni di euro svaniti nel nulla o destinati ai forzieri ancora segreti degli imputati.
Nel frattempo la moglie è uscita dal processo scegliendo la strada del patteggiamento. Najima Romani ha patteggiato una pena di 4 anni e due mesi, dopo che il gip Monica Biasutti ha accolto la pena concordata tra i pm Raffaele Tito e Monica Carraturo e il suo difensore, l’avvocato Elisa Trevisan. Una pena elevata, che tiene conto del fatto che Romani abbia consegnato alla procura, che ha stabilito regole precise per i patteggiamenti, solo un orologio di Cartier e un assegno di 5 mila euro. Protestano i truffati. “Capiamo che ci sono di mezzo due bambini, ma non è giusto. la pena è troppo mite.