L’ennesima carneficina sulle strade di Londra è iniziata venerdì, quando due adolescenti sono stati aggrediti e feriti con armi da taglio. Il primo, Cheyon Evans, 18 anni, è stato pugnalato a morte a Tooting, South West London: sei giovani, di età compresa tra i 16 e i 19 anni, sono stati arrestati per sospetto omicidio. Il secondo agguato meno di 15 minuti dopo, a Plumstead, nella zona est della capitale inglese, ad una manciata di km dal primo: un giovane di 19 anni è stato trovato agonizzante in un parcheggio a Plumstead, nella zona sud. È morto prima dell’arrivo dei soccorritori.
Nelle prime ore di sabato mattina, altri tre uomini sono stati accoltellati all’esterno della stazione della metropolitana di Clpaham, dove la polizia era stata avvisata poco prima di una violenta rissa. Quattro persone, trovate in possesso di coltelli e taser, sono state arrestate.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, un uomo di 40 anni è stato pugnalato a morte a Edmonton, sempre nella zona est: sta lottando fra la vita e la morte in ospedale. Per le statistiche si parla degli omicidi 57, 58 e 59 dall’inizio dell’anno, con una stima che probabilmente porterà a “migliorare” il dato già inquietante del 2018, anno chiuso in 132 morti in città.
Una donna, testimone dell’omicidio di Cheyon Evans e fra le prime a prestare soccorso al giovane, ha dichiarato: “Non ho visto così tanto sangue in vita mia. Cercavo di dirgli “rimani con me”, ma è morto pochi istanti dopo”. Per 15 minuti, i paramedici hanno tentato di strapparlo alla morte, inutilmente.
Il sindaco di Londra, Sadiq Khan ha espresso il proprio sdegno per le troppe giovani vite spezzate: “La polizia lavora 24 ore su 24 per tenere al sicuro i londinesi. Ma c’è bisogno del sostegno di tutti per mettere la parola fine a questa strage infinita”.