Non sarà facile dare un nome ai 39 cadaveri scoperti in un tir nella zona industriale del “Waterglade Industrial Park” di Grays, ad una trentina di km da Londra. Ne è convinta Pippa Mills, vice commissario capo, che senza tralasciare alcuna ipotesi, lascia intendere che potrebbe trattarsi dell’ennesima tragedia dell’immigrazione clandestina.
La perquisizione del mezzo è scattata dopo una segnalazione giunta al centralino della polizia intorno all’1:30 della scorsa notte.
All’interno, l’agghiacciante spettacolo di 39 cadaveri, tutti adulti tranne un ragazzino appena adolescente. Il guidatore del tir, un 25enne irlandese, è stato arrestato ed è sospettato di omicidio. Secondo le prime ricostruzioni, il camion sembra provenisse dalla Bulgaria ed è entrato nel Regno Unito lo scorso sabato attraverso il porto sull’isola di Holyhead, nel Galles del nord.
Jackie Doyle-Price, ha commentato la sconvolgente notizia in Parlamento: “Purtroppo non è la prima volta che in quella zona si trovano persone stivate in container: era solo una questione di tempo, prima o poi doveva finire in tragedia”. Secondo le autorità britanniche, la tratta di esseri umani e la schiavitù moderna sono in pericoloso aumento. I dati della National Crime Agency mostrano che lo scorso anno 6.993 persone provenienti da 130 paesi diversi sono state segnalate come vittime potenziali, pronte ad essere introdotte nel lavoro clandestino o nell’industria del sesso.
Nel giugno del 2000, i corpi di 58 immigrati cinesi sono stati trovati all’interno di un container nel porto di Dover. L’anno successivo un autista olandese è stato condannato a 14 anni di carcere per omicidio colposo. Gli immigrati, che hanno pagato 26.000 dollari a testa ad una banda di contrabbandieri, sono morti soffocati quando l’autista ha chiuso la presa d’aria del camion durante le cinque ore di attraversamento del canale della Manica.
Nell’agosto del 2015, altri 71 cadaveri sono stati trovati su un’autostrada in Austria, chiusi all’interno di un camion frigorifero: la maggior parte delle vittime proveniva da Siria, Iran, Iraq e Afghanistan.