Salvatore Marino, un ‘ndranghetista ex compagno di carcere di Innocent Oseghale ha raccontato ai giudici della Corte d’Assise di Macerata come è morta Pamela Mastropietro, prima vittima di un’overdose, poi accoltellata e infine fatta a pezzi. E sezionata quando era ancora viva. La ragazza aveva incrociato il nigeriano, che convive con un’italiana ed è padre di una bambina, ai Giardini Diaz di Macerata e gli chiese una dose di eroina, “ma lui le rispose - così rievoca Marino - che vendeva solo erba e che la White poteva fare arrivare. La portò Lucky Desmond e fu pagata da Pamela con una collanina, che le regalò la mamma”.

Il giorno prima si era allontanata dalla comunità dove si stava disintossicando dalla dipendenza dalla droga. Poi due euro e mezzo per la siringa. Infine tutti e tre, quella mattina, erano saliti nell’appartamento di via Spalato dove la 18enne si iniettò la dose di eriona, mentre Desmond cercava di avere un rapporto sessuale con lei. “Pamela non accettò e ricevette uno schiaffo, che le fece cadere a terra priva di sensi - racconta Marino - e Desmond andò via, perché la ragazza non faceva niente”. Pamela ora è sola con Oseghale che la rianima gettandole acqua sul viso: “Subito dopo ebbe un rapporto sessuale completo, senza il suo consenso e per l’effetto dello stupefacente. Subita la violenza, Pamela voleva andare via, tornare nella sua casa di Roma in treno, ma voleva denunciare Oseghale che non voleva che Pamela andasse via”. Avrebbero discusso, litigato, con lei che cercava di uscire, mentre lui la tratteneva, Si sarebbero spinti l’uno con l’altro davanti alla porta. “Proprio qui Oseghale le assesta una prima coltellata al fegato, usando un coltello grande. Pamela finisce a terra, lui era convinto che Pamela fosse morta e cominciò a sezionarla con una lama assai affilata, cominciando dalla gamba. Ma lei si mosse e si lamentò e, a quel punto, le diede una seconda coltellata, voleva mettere la ragazza in un sacco, ma il corpo non entrava e quindi l’ha tagliata, mettendo i pezzi del corpo in due valigie. Poi ha chiamato un taxi, perche voleva buttare le due valigie dove non si dovevano trovare”. Tutto è durato un’ora e mezza circa, niente di più. Il resto della giornata Oaseghale lo ha passato armato di scope, stracci e candeggina per togliere ogni traccia di sangue.
il nigeriano è accusato della morte di Pamela Mastropietro per i reati di omicidio, violenza sessuale, vilipendio, distruzione, occultamento di cadavere ai danni di una persona in condizioni di inferiorità psichica o fisica. Respinge le accuse: “Pamela è morta di overdose e ho fatto sparire il cadavere, ma non l’ho uccisa”, giura. Ma pochi gli credono.