Martedì scorso, poco prima dell’ora di chiusura, una donna vestita come una principessa degli Emirati Arabi Uniti suona alla porta blindata di “Brigitte Ermel”, una prestigiosa gioielleria di rue Saint-Honoré, nel cuore più scintillante ed esclusivo di Parigi. Simili clienti da quelle parti non sono una novità, e nessuno - malgrado l'attenzioen sia sempre massima - ha motivo per sospettare nulla. Per più di un’ora, davanti alla principessa scorrono alcuni dei più preziosi gioielli, parure da sogno incastonate da pietre preziose dai costi proibitivi ai più. Lei è indecisa, le piacciono tutti: ne sceglie con calma qualcuno, e chiede di metterli da parte perché sarebbe tornata l’indomani, dopo aver saldato il conto attraverso un bonifico bancario internazionale.
Poco dopo la donna, fingendo di parlare con il marito, approfitta di un attimo di distrazione della commessa per sostituire i gioielli chiusi in uno scrigno preparato appositamente per lei con dei semplici cioccolatini incartati nella consueta stagnola dorata. Una velocità e un’abilità che non ha concesso spazio e dubbio alla commessa, che ha chiuso in cassaforte lo scrigno con l’ordine della principessa per poi accompagnarla alla porta, salutandola con ogni riguardo. Il giorno dopo passa invano, senza che la donna si faccia vedere e soprattutto senza alcuna traccia del bonifico: a fine giornata, il proprietario decide di dare un’occhiata al contenuto dello scrigno e scopre il furto. Secondo quanto dichiarato dalla polizia giudiziaria, che indaga sul caso, si tratta di un colpo da 1,6 milioni di euro.