Omicidio di Giulia Ballestri, fissate le prime due udienze del processo di appello a Matteo Cagnoni, riconosciuto colpevole in primo grado di giudizio dell'omicidio della moglie, avvenuto nel settembre 2016, dalla quale si stava separando e condannato all’ergastolo. Sono in programma per mercoledì 25 e giovedì 26 settembre 2019, e l'obiettivo della difesa è di trovare una via d’uscita al fine pena mai. L'avvocato del medico, Gabriele Bordoni, punta a far riconoscere al suo assistito, attraverso la richiesta di una perizia psichiatrica, la non capacità di intendere e volere al momento dell'omicidio, a causa di un non meglio specificato "disturbo di personalità”. Cagnoni sta scontando la pena nel carcere di Ravenna.
“Le motivazioni della sentenza presentano una serie notevole di incongruenze legate alla personalità del Cagnoni, incoerenti con una prospettiva in cui l'atto omicidiario si sarebbe svolto con una lucida e algida premeditazione. La Corte di Ravenna afferma l'esistenza in capo all'imputato di un disturbo di personalità, senza affrontare il conseguente tema, ovvero da quale tipo di disturbo di personalità egli sia effettivamente affetto, la gravità e l'intensità dello stesso. Stupisce che la Corte acquisisca la diagnosi di disturbo di personalità senza aver disposto un approfondimento tecnico e senza una diagnosi specialistica, psichiatrica e clinico psicologica". Tradotto in modo più semplice, se al dermatologo venisse alla fine diagnosticato uno stato patologico, una sofferenza di origine mentale, scatterebbero le attenuanti previste dal Codice Penale e lo spettro dell’ergastolo di allontanerebbe.
Intanto da marzo è in via di definizione, in Tribunale, l'annullamento del provvedimento di sequestro conservativo e l'immediata liberazione dei beni posseduti dal dermatologo. Il sequestro dei beni era stato richiesto come garanzia dei 4 milioni e 500mila euro del risarcimento deciso dalla Corte d'Assise di Ravenna per i figli e i genitori della donna uccisa. Anche Stefano Bezzi, il nuovo compagno di Giulia Ballestri, potrebbe costituirsi parte civile contro Cagnoni, in un altro processo ancora, quello per l’aggressione da lui subita nell'agosto del 2016, quando fu preso a calci e pungi nella sua casa al mare. Con una minaccia molto definita: "Vieni qui codardo, non scappare, ti ammazzo".