Non c’era più niente da fare per Paolo Zedda, 66 anni, un professore di musica sardo che dopo aver insegnato al Conservatorio di Parigi aveva deciso di godersi la pensione a Le Pouliguen, nella zona della Loira Atlantica. A dare notizia della morte è stato Didier Delettre, l’uomo con cui Zedda era sposato: “Paolo era in vacanza nella sua casa di Le Pouliguen, io ero rimasto a Parigi per questioni di lavoro”. L’ultimo contatto fra i due martedì scorso al telefono, poi più nulla: “Paolo non rispondeva al cellulare, così ho contatto un nostro amico che abita al primo piano del palazzo per chiedergli di controllare: aveva le chiavi perché è il proprietario dell’appartamento. Quando ha trovato la porta della camera da letto chiusa a chiave ha avvisato la polizia”. Gli agenti hanno rinvenuto il corpo senza vita del professore cagliaritano: secondo l’autopsia sarebbe stato strangolato, ma il corpo presenta anche diverse ferite, in particolare sul cranio.
“La polizia mi ha già sentito per avere quante più informazioni possibili: il corpo di mio marito si trova all’ospedale Hotel-Dieu di Nantes, e aspetto di sapere quando sarà possibile celebrare il funerale”, aggiunge Delettre.
Il furto delle carte di credito e del cellulare del professore si è trasformato in un’imprudenza fatale per l’assassino, rintracciato dalla polizia a Parigi grazie al posizionamento Gps. Si tratta di un giovane di 34 anni della Repubblica Dominicana che al termine di un lungo interrogatorio avrebbe ammesso l’omicidio, avvenuto al culmine di un litigio.
Paolo Zedda, come indicato nel suo curriculum “originario di una famiglia di musicisti sardi”, viveva da tempo in Francia. Diversi i messaggi di cordoglio da amici e conoscenti.