Hazel Behan, una 37enne inglese, pensava di aver dimenticato il brutto episodio che nel giugno del 2004 le era toccato subire. Alla polizia, Hazel aveva raccontato di un uomo coperto in volto che una notte si era introdotto nel suo appartamento di Praia da Rocha, in Algarve, dove viveva ai tempi, quando lavorava in Portogallo come agente turistico. Sotto la minaccia di un lungo coltello l’aveva legata, imbavagliata e violentata più volte. Altre indicazioni utili a identificarlo la donna non era riuscita a fornirle, fin quando il caso era stato archiviato.
Ma qualche sera fa, mentre per televisione trasmettevano un lungo servizio su Christian Brueckner, il pedofilo tedesco presunto rapitore e omicida della piccola Maddie McCann, Hazel ha avuto un sussulto allo stomaco, perché l’agghiacciante racconto dello stupro subito da una turista americana per cui Brueckner è stato condannato, ricordava perfettamente la sua terribile esperienza. La donna ha contattato Scotland Yard, che dopo aver raccolto la testimonianza l’ha inviata alla polizia portoghese, che ha annunciato la riapertura del caso.
Il dossier di 110 pagine del caso dello stupro di Hazel Behan include gli oggetti raccolti dalla polizia sul luogo dell'aggressione: tra questi, le forbici usate dall’aggressore di Behan per tagliarle i vestiti e una camicia su cui sono state rinvenute tracce di sangue. Secondo il fascicolo gli oggetti sono stati analizzati alla ricerca di tracce di DNA dell’aggressore, ma il tampone di prelievo è andato distrutto perché “pessime condizioni di conservazione”: il resto degli oggetti è stato distrutto nel 2009, discutibile pratica standard in Portogallo.
Nel dossier la polizia ha concluso che lo stupro fosse un caso isolato, il cui modus operandi non permetteva di risalire ad altri casi analoghi. La polizia ha anche aggiunto che i tentativi di dare un volto all’aggressore erano stati ostacolati dagli europei di calcio ospitati quell’anno in Portogallo, che avevano portato la presenza di “migliaia di persone di diverse nazionalità” a Praia da Rocha.
Tornata nel regno Unito, Hazel Behan aveva raccontato di essere stata trattata in modo insensibile dalla polizia portoghese, secondo lei incapace di mettere in piedi un’indagine adeguata.