Le autorità del Magascar erano state chiare con la famiglia di Alana Cutland, la studentessa inglese che il 25 luglio scorso si era suicidata lanciandosi da un aereo da turismo: ritrovare il corpo sarà molto difficile, se non impossibile. Alana è precipitata da un’altezza di 5.000 in una zona dalla vegetazione fittissima: quello che non ha fatto l’altezza, ci penseranno gli animali a finirlo.
Ma dietro le insistenze della diplomazia inglese e le richieste della famiglia, le squadre di ricerca sono partite, rintracciando alcuni resti che si suppone possano appartenere alla 19enne, travolta dalla disperazione per una ricerca per l’Università di Cambridge che non stava dando i risultati sperati. Il capo della polizia locale, Spinola Nomenjanahary, ha riferito: “Sono stati rinvenuti resti di un corpo umano a nord del luogo in cui Alana è caduta. L’ambasciata britannica è stata informata”. Il corpo, ha aggiunto, sarà riportato ad Antanananarivo, la capitale, per essere sottoposto ad alcuni esami tossicologici. La polizia ha aperto un’inchiesta ha aperto un’inchiesta per capire se i racconti dei compagni di volo della studentessa corrispondano a verità.
Secondo lo zio della giovane, durante il soggiorno in Madagascar Alana si sarebbe ammalata, forse a causa di farmaci su prescrizione medica, e al vaglio della polizia c’è l’ipotesi di una possibile reazione a un farmaco antimalarico l’abbia portata alla soglia della disperazione. Secondo il pilota del piccolo aereo, la giovane accusava un forte mal di testa al momento dell’imbarco, e per quasi tutto il viaggio era rimasta in silenzio. Di colpo ha aperto la porta del velivolo e si è lanciata nel vuoto. Secondo alcune voci non confermate, la ragazza era stata vittima di “attacchi paranoici” durante il viaggio.
Il Foreign and Commonwealth Office ha rifiutato di commentare gli ultimi rapporti, rimandando alla precedente dichiarazione: “Siamo in contatto con il governo del Madagascar, con la polizia e le autorità aeronautiche a seguito delle notizie sulla morte di una giovane donna britannica. Il nostro staff ha offerto il pieno sostegno alla sua famiglia”.