Due settimane ancora, poi la sentenza del processo d’appello nei confronti di Antonio Logli, condannato in primo grado col rito abbreviato per l’omicidio volontario e l’occultamento del cadavere della moglie Roberta Ragusa, condannato in primo grado a 20 anni di carcere. Con un fatto in apparenza nuovo. Lo rivela il gruppo Facebook “Giornalismo investigativo”, attraverso il giornalista Fabrizio Peronaci, che s'è a lungo occupato della donna scomparsa a Pisa il 13 gennaio del 2013. “Filtra un’anticipazione di un certo rilievo – scrive Peronaci sul social network - sulla sentenza di secondo grado del caso Ragusa”, che punterebbe alla premeditazione. Il 10 gennaio del 2012, tre giorni prima della scomparsa di Roberta, Antonio Logli, mentre stava sistemando alcuni oggetti nella soffitta, perse l’equilibrio e cadde dalla scala retrattile andando a finire addosso alla moglie che cadde per terra facendosi male. La donna rischiò di essere uccisa quel giorno, come raccontò poi a un’amica anche se poi si corresse.“Ora, sarebbe proprio quel ruzzolone dalla scala retrattile ad assumere una valenza decisiva ai fini del verdetto del 14 maggio”. In sostanza il sospetto è che Antonio Logli, precipitando addosso alla moglie, stava tentando di ucciderla.
Un’ipotesi ancora tutta da provare. Una circostanza che proverebbe in qualche modo la premeditazione del delitto avvenuto dopo una lite tra marito e moglie, secondo la ricostruzione dell’accusa. La sentenza d’appello è attesa per il 14 maggio, seguiremo l’evolversi della vicenda per capire quale sarà la nuova storia giudiziaria scritta dai giudici sul caso Ragusa. Di certo c'è che Antonio Logli ancora non si è fatto nemmeno un giorno di carcere è stato assunto al comune di San Giuliano Terme in qualità di vigile urbano, dopo una lunga contesa giudiziaria.