Fra i loro maggiori successi, compresa la colonna sonora del film d’animazione “Shrek”, gli “Smash Mount”, gruppo rock post-grunge, alternavano frasi che mandavano in visibilio le migliaia di spettatori corsi a vederli il 9 agosto scorso sul palco dello “Sturgis Motorcycle Rally”, celebre raduno motociclistico lungo 10 giorni. Malgrado il momento assai delicato e il numero dei contagi a livelli di allarme, nessuno indossava le mascherine e il distanziamento sociale era un concetto astratto.
Ma ora, si scopre che uno degli spettatori di quella sera, un uomo di 60 anni del Minnesota, è morto, e altri 100 casi si sono registrati in diversi stati, tutti riferiti a gente che quella sera c’era, e saltava di gioia quando Steve Harwell, frontman del gruppo, sfanculava il virus dal palco: “Quando sono rimasto chiuso in casa sono diventato pazzo. Adesso fortunatamente siamo tutti qui e ci stiamo comportando di nuovo da esseri umani. Il Covid è una stronzata”.
Parole che immediatamente avevano scatenato critiche furiose, diventate ancora più accese dopo i casi di contagio figli di quella sera. La band di San Jose, in California, è finita in uno tsunami di critiche, insulti e minacce tale da mandare in tilt i loro profili social.
Secondo Kris Ehresmann, direttore del dipartimento della salute per le malattie infettive del Minnesota, i numeri scatenati dal raduno di Sturgis potrebbero essere di gran lunga maggiori, dovuti al grande numero di persone (40mila, secondo gli organizzatori) e favoriti dalla totale assenza di distanziamento sociale e di spazi adibiti all’ascolto: “Il festival andava tenuto d’occhio: fatte le dovute proporzioni, è stato l’evento con più spettatori dalle prime chiusure per il Covid-19. E ora ne paghiamo le conseguenze”.