Mentre, per quanto cautamente, si riaccendono le speranze di rivedere Silvia Romano, la cooperante milanese sequestrata in Kenya lo scorso 20 novembre, qualcosa sembra muoversi anche sul caso di Luca Tacchetto e la sua fidanzata canadese Edith Blais. A rompere il silenzio questa volta è il ministro degli esteri canadese Chrystia Freeland, che nel corso di un incontro elettorale a Sherbrooke, la città natale di Edith, ha svelato che i due ragazzi sarebbero vivi, “ma è complicato riportarli a casa”. Alle domande dei giornalisti, il ministro ha replicato: “La situazione non è cambiata. Ma non posso entrare nei dettagli: ci sono cose che sappiamo ma non possiamo condividere poiché sono informazioni riservate e non possiamo dire nulla che potrebbe mettere a rischio la vita di Edith”. Il ministro ha poi ammesso che le autorità canadesi hanno dialogato spesso con gli omologhi italiani per coordinare gli sforzi e riportare a casa i due giovani. Silenzio assoluto, al contrario, dalla Farnesina.
Tacchetto, padovano, 30 anni, e la Blais, 34, sono svaniti nel nulla lo scorso 15 dicembre scorso in Burkina Faso dopo aver attraverso la Francia, la Spagna, il Marocco, la Mauritania e il Mali: erano diretti in Togo, per unirsi al gruppo umanitario “Zion’Gaia” in un progetto di riforestazione.
Secondo quanto emerso dalle indagini della procura di Roma, che indaga per sequestro a scopo di terrorismo, i due potrebbero essere stati rapiti da un commando di “Katiba Macina”, un gruppo jiadista che li avrebbe poi portati in Mali.