Dallo scorso 8 giugno, Paolo Zorzi, padovano, 45 anni, era in coma, ricoverato all’ospedale di San Bortolo per le complicazioni delle ferite inferte da Luigi Segnini, ex di Marianna Sandonà, 43 anni, una sua amica e collega che gli aveva confidato al telefono di temere la violenza dell’ex, chiedendogli di accompagnarla all’ultimo incontro. Non era servito a nulla: pochi minuti dopo, Marianna Sandonà era stata massacrata con un coltello da sub da Segnini, che poi aveva tentato di togliersi la vita a sua volta.
Proprio ieri, Paolo Zorzi si è svegliato improvvisamente dal coma farmacologico in un evidente stato di agitazione, probabilmente convinto di essere ancora davanti a quell’uomo armato di coltello: l’ultima immagine che aveva in mente.
Una lucidità che ha permesso agli inquirenti di ricostruire con precisione la dinamica dell’omicidio: Paolo Zorzi è sceso dall’auto con il coltello in mano, e ha immediatamente aggredito l’ex convivente, raggiunta da 19 coltellate che non le hanno lasciato scampo. Nella colluttazione, Zorzi aveva tentato di opporsi per salvare la collega, beccandosi due coltellate, di cui una gli aveva perforato il polmone. L’ultimo ricordo è quello di Luigi Segnini che tentava di tagliarsi la gola.
Era stata Marianna, con cui Zorzi aveva un’amicizia, a pregarlo di essere presente all’ultimo incontro, in cui aveva in mente di restituire all’ex regali e oggetti rimasti in casa dopo il trasloco dell’uomo. Luigi Segnini è tutt’ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Venezia.