Il corpo senza vita di Andrea Zamperoni, lo chef 33enne che da sabato era scomparso nel nulla, è stato ritrovato avvolto in una coperta in una stanza del “Kamway Lodge”, un ostello del Queens. È l’unica conferma che arriva dalla polizia e dal team di “Cipriani Dolci”, brand di pasticceria della celebre e antica catena di ristorazione italiana partita dall’Harry’s Bar di Venezia, di cui Zamperoni era diventato lo chef responsabile del ristorante di New York, a pochi passi dalla Grand Central Station.
Zamperoni era stato visto l’ultima volta sabato sera a fine turno nei pressi del suo appartamento sulla 74th Street di Woodside, sempre nel Queens, poi qualcuno lo avrebbe visto salire su un’auto Uber, e da allora si erano perse le tracce. A dare l’allarme sono stati i colleghi il lunedì successivo alla scomparsa, convinti che non poteva trattarsi di un allontanamento volontario perché Andrea era preciso e un gran lavoratore che mai avrebbe saltato una giornata al ristorante senza avvisare, e in più nel suo appartamento erano rimasti il passaporto e il permesso di soggiorno. Tutti quelli che lo conoscevano assicurano che si trattava di uno chef di talento e una persona dolcissima, senza vizi e grilli per la testa: nativo di Zorlesco, una frazione di Casalpusterlengo, nel lodigiano, Zamperoni lavorava almeno 10 anni per Cipriani, ed era passato attraverso i locali di Miami, Abu Dhabi e Londra, dove attualmente lavora anche suo fratello gemello Stefano.
Andrea era arrivato a New York da poco tempo, ed era entusiasta della nuova esperienza americana: non era sposato e di tanto in tanto tornava a casa per far compagnia ai genitori e all’anziana nonna.
Una morte sospetta, avvalorata dal racconto di alcuni ospiti dell’ostello che hanno parlato di un violento litigio scoppiato al primo piano della struttura: sarà l’autopsia a stabilire come è morto Andrea.