È ancora una mistero, la morte di Jack Le Mesurier, un ex agente dell’MI6 britannico fra i fondatori dei “White Helmets”, la difesa civile siriana. Secondo le autorità turche, Le Mesurier, 48 anni, sarebbe precipitato dal balcone del suo appartamento, al terzo piano di uno stabile di Istanbul: sul corpo sono state riscontrate diverse ferite e fratture agli arti e al capo.
A infittire il mistero sulla morte, l’accusa di essere vicino ai gruppi terroristici lanciata pochi giorni fa da un portavoce del ministro degli esteri russo Maria Zakharova. Accuse che insieme all’ipotesi del suicidio costituiscono la base di partenza per le indagini, anche se la polizia ha confermato che si tratta di una morte sospetta, malgrado dalle prime analisi delle videocamere di sorveglianza non si registrerebbero movimenti sospetti.
È la conferma di quanto Jack Le Mesurier fosse un personaggio scomodo: diplomato con il massimo dei voti alla “Royal Academy of Military”, aveva servito l’esercito in numerosi scenari di guerra diventando anche capo dell’intelligence inglese a Pristina, in Kosovo. Ex agente dei servizi segreti MI6, nel 2000 aveva lasciato l’esercito scegliendo di lavorare per le Nazioni Unite, convinto che “gli aiuti umanitari sono più efficaci di un esercito”. Aderisce prima all’Olive Group, un gruppo confluito nel “Constellis Holdings”, organizzazione di intelligence, formazione, logistica e protezione di aree, siti e infrastrutture a rischio che opera in 30 paesi del mondo.
Nel 2013, Le Mesurier era stato fra i fondatori di “Mayday Rescue”, organizzazione che sostiene i “White Helmets”, la difesa civile siriana che opera nelle zone della Siria controllate dai ribelli attraverso 3mila volontari e 111 centri di protezione, che secondo alcune stime avrebbe salvato da morte certa 80mila persone dal 2014 ad oggi. Per il suo impegno, nel 2016 Le Mesurier era stato nominato cavaliere dalla Regina Elisabetta, e nello stesso anno la sua organizzazione candidata al Nobel per la Pace: il gruppo era stato protagonista di due docu-film, “The White Helmets”, coprodotto da Netflix nel 2016, e “Last Men in Aleppo” dell’anno successivo, candidato all’Oscar e sostenuto da diverse star di Hollywood.