“Vika”, soprannome di Viktoria Averina, 17 anni: un’adolescente russa come tante, alle prese con i primi amori, la scuola in un istituto alberghiero e le amicizie. Ma secondo due sue amiche di 16 anni, troppo bella per poter restare in circolazione impunemente. È l’inizio di un caso di cronaca che sta sconvolgendo la Russia, culminato con il ritrovamento del corpo straziato di Vika: torturata, strangolata, fatta a pezzi e abbandonata in un cantiere abbandonato di Arkhangelsk. Dopo l’iniziale dubbio che Vika potesse essere stata vittima di un assassino seriale, i sospetti si sono rivolti verso due delle sue migliori amiche, due ragazzine di 16 anni. Secondo la polizia, le due avrebbero agito con tale crudeltà e ferocia difficile perfino da immaginare: Vika, in base ai referti dei medici legali, è stata torturata in modo crudele, con il viso letteralmente “strappato” con cocci di vetro.
Le due, chiamate Lina e Irina per non rivelare l’identità, hanno confessato l’omicidio, ideato per punire Vika, un po’ troppo vanitosa e convinta di essere più bella delle altre e per questo da punire. La giovane è stata convinta con una scusa a seguire le due presso il cantiere abbandonato dove è scattato il piano: una delle due teneva ferma Vika mentre l’altra infieriva con pezzi di vetro raccolti sul posto. Come niente fosse, le due sono tornate a casa, ma appena la notizia delle tragica morte della ragazza si è sparsa, le due sono andate in confusione, crollando quando hanno visto le pattuglie della polizia fermarsi di fronte alle loro abitazioni.