Alle 18:23 ora locale, è stato dichiarato il decesso di Russell Bucklew, giustiziato ieri nel carcere di Bonne Terre, in Missouri. Inutilmente, dopo che il governatore Mike Parson ha negato l’istanza di clemenza, gruppi di attivisti e associazioni umanitarie si sono battuti per evitargli la pena capitale, già sospesa nel 2014 e lo scorso anno per ragioni di salute. L’uomo, secondo la difesa, era già condannato: soffriva di emangioma cavernoso, una malattia gli aveva causato tumori alla testa che provocano sanguinamenti continui da bocca, naso e orecchie. L’iniezione letale avrebbe potuto rompere i delicati vasi sanguigni provocandogli una morte atroce.
A tentare di arginare l’ondata di polemiche nata dopo la notizia della morte di Bucklew sono arrivate le parole di Morley Swingle, ex procuratore della contea di Cape Girardeau che ha assistito all’esecuzione, assicurando che il condannato ha avuto una morte “molto serena”. Una versione confermata anche da un reporter della rete KFVS, secondo cui Bucklew era steso su una barella e non ha sofferto: dopo l’ultimo sospiro, più profondo degli altri, ha smesso di muoversi.
“Piangiamo l’inutile morte di Russell Bucklew - ha commentato Cassandra Stubbs, direttrice del Capital Punishment Project dell’American Civil Liberties Union – lo stato del Missouri ha eseguito un’esecuzione che ha violato il diritto internazionale, nonostante il pentimento del signor Bucklew e il suo esemplare stato di detenzione. L’idea che uccidere quest’uomo - malato terminale e detenuto modello per 23 anni - valeva la macchia sulla nostra democrazia e la nostra umanità è una vergogna”.
Bucklew era stato condannato a morte per un caso di furto con scasso, sequestro di persona e omicidio di primo grado avvenuto nel 1997: aveva ucciso Michael Sanders, nuovo compagno della sua ex fidanzata, Stephanie Ray Pruitt, che aveva rapito e stuprato. Era stato fermato dopo un conflitto a fuoco con la polizia in cui un agente era rimasto ferito. La sua è la prima esecuzione in Missouri dal gennaio 2017.