La notte di venerd' scorso, Bergeggi, Savona. “Sono uscito con i miei amici dalla discoteca attorno alle 3, mi sono fermato al chiosco dei panini pensando fosse aperto, che però era chiuso. A quel punto ho pensato di lanciare il cassonetto in spiaggia, convinto di lanciarlo direttamente in mare, e non sapevo che sotto nella spiaggia c’erano persone nelle tende. Era buio, non si vedeva niente”. Il secondo bidone, lanciato da un amico del 17enne torinese reo-confesso, è finito prima tra le sterpaglie della scarpata poi sugli scogli.
Un testimone aveva visto tutto ma mancava un particolare non da poco, non conosceva il lanciatore, né l’aveva mai visto prima. "Una testimonianza molto precisa nella descrizione - spiegano i carabinieri - ma che non conteneva elementi utili all'identificazione del responsabile. Abbiamo allora iniziato a sentire i tanti giovani presenti a Spotorno e ieri sera siamo riusciti ad acquisire un quadro indiziario più che solido. Con queste prove abbiamo convocato in caserma il minorenne, che risiede fuori regione, insieme ai genitori, e dopo poche domande e un tentativo di negare le responsabilità ha confessato”.
Una settimana fa questo fenomeno, le cui generalità sono oscurate poiché minorenne, ha lanciato dall’Aurelia un cassonetto di 10 chili, piombato come un proiettile sulla tenda dove dormiva un bambino francese di 12 anni. Poi s’è detto ”molto dispiaciuto”, e nel lasciare la caserma dei carabinieri con una denuncia in tasca per lesioni gravi, è stato preso in consegna dai genitori che erano in vacanza con lui in Riviera. La vittima è ancora grave: ha riportato la frattura della mandibola e un grave trauma cranico. Potrebbe avere riportato danni neurologici permanenti. Il prezzo della stupidità e dell’umana cattiveria.