Di Marco Belletti
Entro la fine del 2021 la banconota inglese da 50 sterline riporterà il volto di Alan Turing, un riconoscimento e un omaggio postumo che la Banca d’Inghilterra tributa al genio matematico inglese.Ad annunciarlo, in una recente conferenza stampa, il governatore della banca Mark Carney, il quale ha affermato che “Alan Turing fu un eccezionale matematico il cui lavoro ha avuto un enorme impatto su come viviamo oggi: è un gigante sulle cui spalle si poggiano tantissime persone”.
Nato a Londra nel 1912, Turing è considerato il padre dell’informatica, dell’intelligenza artificiale e della crittografia moderna oltre che uno dei più grandi matematici del XX secolo. Il suo lavoro influenzò la nascita della disciplina informatica – in quanto fu lui a formalizzare i concetti di algoritmo e calcolo – e dell’intelligenza artificiale, da lui teorizzate già negli anni Trenta del Novecento.
E infatti, insieme con il volto dello scienziato in una foto scattata nel 1951, sulla banconota compariranno anche formule matematiche e l’immagine dei macchinari che Turing contribuì a far nascere.
Inoltre, fu uno dei più brillanti “crittoanalisti” inglesi durante la seconda guerra mondiale, e per questo motivo lavorò a Bletchley Park – il principale centro di decrittazione dei messaggi dei nemici – dove ideò una serie di tecniche per violare i cifrari tedeschi. Contribuì inoltre a sviluppare e migliorare una macchina elettromeccanica (chiamata “Bomba”) in grado di decodificare codici creati da Enigma, il meccanismo crittografico nazista.
Già da bambino Turing mise in mostra la sua genialità per i numeri. Nel 1931 fu ammesso al King’s College dell’Università di Cambridge dove approfondì gli studi sulla meccanica quantistica, la logica – fu allievo del grande filosofo e logico austriaco Ludwig Wittgenstein [leggi quil’articolo di ItaliaStarMagazine dedicato all’argomento] – e la teoria della probabilità.
Laureato con il massimo dei voti, si trasferì alla Princeton University dove ottenne un dottorato di ricerca e pubblicò alcuni testi in cui descrisse per la prima volta la “macchina di Turing”.
Si tratta di uno strumento ampiamente usato nella teoria della calcolabilità e nello studio della complessità degli algoritmi. La sua importanza è tale che oggi, per definire in modo formalmente preciso la nozione di algoritmo, si tende a ricondurlo alle elaborazioni effettuabili con la macchina di Turing.
A soli 28 anni, nel 1940, fu messo a capo del gruppo di ricercatori impegnati nella decrittazione dei documenti nazisti.
All’apice della fama, il 31 marzo 1952 Turing fu arrestato: aveva denunciato per furto un amico ospite in casa sua e in risposta alla richiesta di ulteriori informazioni da parte della polizia, ammise il proprio orientamento sessuale, affermando di essere omosessuale. Forse fu spinto in questa confessione dal fatto che in quel periodo il Parlamento britannico discuteva sull’abrogazione del reato di omosessualità: è pertanto possibile che il clima mutato abbia indotto Turing a un comportamento incauto. A sua discolpa, in tribunale, affermò semplicemente che “non scorgeva nulla di male nelle sue azioni”.
Condannato, come pena fu costretto a scegliere tra due anni di carcere o la castrazione chimica, assumendo estrogeni. Turing per evitare il carcere per oltre un anno si sottopose a trattamenti che gli provocarono il calo della libido e lo sviluppo del seno: sembra che la depressione legata soprattutto all’umiliazione subita lo condusse al suicidio, a soli 41 anni.
Fu la domestica che l’8 giugno 1954 trovò Turing morto nel suo letto. Il medico legale stabilì che il decesso era avvenuto il giorno prima per avvelenamento da cianuro di potassio. Sul comodino, una mela morsa ma non terminata non fu neppure analizzata dalla sbrigativa inchiesta del giudice che in soli due giorni decretò che Turing era morto suicida e il suo corpo fu cremato il 12 giugno 1954.
A 55 anni dalla morte, il 10 settembre 2009 il governo del Regno Unito formulò una dichiarazione di scuse ufficiali pronunciata dal primo ministro Gordon Brown, il quale riconobbe che Turing fu oggetto di un trattamento omofobico. In un passaggio del suo discorso affermò “è difficile credere che in tempi ancora alla portata della memoria di chi è ancora vivo oggi, la gente potesse essere così consumata dall’odio – dall’antisemitismo, dall’omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini – da far sì che le camere a gas e i forni crematori diventassero parte del paesaggio europeo tanto quanto le gallerie d’arte e le università e le sale da concerto che avevano contraddistinto la civiltà europea per secoli. Così, per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio”.
Nel 2012 – centenario della nascita del matematico – la Royal Mail dedicò un francobollo alla sua memoria su cui tuttavia non compariva il volto dello scienziato ma la macchina “Bomba” che Turing aveva contribuito a sviluppare.
Nel dicembre 2012 alcuni importanti scienziati – tra cui il premio Nobel per la medicina Paul Nurse e l’astrofisico e cosmologo Stephen Hawking – inviarono la lettera aperta “Pardon for Alan Turing” all’allora primo ministro britannico David Cameron per sollecitare la grazia postuma. Che finalmente arrivò – firmata dalla regina Elisabetta II il 24 dicembre 2013 – a 59 anni dalla morte dello scienziato, suonando come una beffa, un riconoscimento postumo senza valore a testimonianza di un’omofobia che ancora oggi è ben presente.
Nel 2017 in Inghilterra e Galles fu approvata la cosiddetta “legge di Alan Turing” che perdona a titolo postumo tutti gli uomini che erano stati ammoniti o condannati in base alla legge che penalizzava gli atti omosessuali in Gran Bretagna.