Da allora, fra smentite di una possibile serie o di improbabili spin-off, “Friends” continua a macinare successi attraverso repliche trasmesse di continuo, che aumentano a dismisura le schiere degli appassionati, anche fra i giovanissimi.
A poche settimane di distanza dal 25esimo anniversario, negli Stati Uniti è in uscita “Generation Friends”, un libro scritto da Saul Austerlitz che racconta i retroscena e quello che ancora non si sa della sitcom più amata di sempre.

È assodato che il successo di Friends sia dipeso dal cast, perfettamente equilibrato: sarebbe bastato sbagliare uno degli interpreti per vanificare la popolarità. Ma questo, svela il volume, stava per accadere: Jennifer Aniston, la Rachel del telefilm, aveva appena terminato di girare alcuni episodi di “Muddling Thourgh”, un’altra sitcom che al contrario fu bloccata sul nascere per permettere alla Aniston di accettare la parte. Discorso diverso per Courtney Cox, la Monica del telefilm, che nella prima stesura della sceneggiatura veniva descritta come un personaggio dal carattere spigoloso e molto cinico, l’esatto contrario di come è apparsa. E perfino le questioni di cuore di Monica inizialmente dovevano essere diverse: invece di sposare Chandler (Matthew Perry), avrebbe dovuto avere una storia con Joey (Matt LeBlanc), che a sua volta era stato immaginato come un goffo e sgraziato giovane italo-americano di Chicago.
Fra le critiche che furono mosse al telefilm la mancanza di diversità: gli attori sono tutti bianchi ed eterosessuali. Se fosse girato oggi, sarebbe molto diverso: attori di colore e gay non mancherebbero, ma negli anni Novanta le produzioni temevano reazioni del pubblico che potessero decretare l’insuccesso della serie. Non c’è traccia neanche di un personaggio più adulto, il cinquantenne Pat, di professione poliziotto, che era stato previsto fin dall’inizio per non tagliare fuori una fetta di pubblico che non si sarebbe sentita rappresentata da un cast composto da attori dai 20 ai 30 anni.
Per finire con il titolo: inizialmente la serie doveva chiamarsi “Insomnia Cafe”, diventata poco dopo “Friends Like Us” e ancora “Six of Us”, prima di arrivare al titolo definitivo.