Primo imprenditore cinese mai finito sulla copertina di “Forbes”, inserito dal “Times” fra i 100 uomini più importanti al mondo, Jack Ma è ufficialmente la 17esima persona più ricca del pianeta, con 56 miliardi di dollari.
La sua fortuna si chiama “Alibaba”, un colosso frazionato in una serie di società specializzate nel commercio online che nel 2021 ha gestito 170 miliardi di dollari di compravendite, ben più dei diretti concorrenti, eBay e Amazon.
Jack Ma, conosciuto anche per la sua filantropia, è letteralmente sparito nel nulla: l’ultima apparizione in pubblico risale al 20 ottobre scorso, poi il silenzio. Quel giorno, ospite del “Bund Summit” di Shanghai, Jack era stato molto duro nei confronti delle banche e le autorità di regolamentazione finanziaria cinesi, scatenando un’indagine dell’antitrust sul comportamento monopolistico del colosso Alibaba. Secondo Andrew Nathan, professore della Columbia University esperto in politica cinese, usa una metafora per spiegare la situazione: “Jack Ma è diventato troppo grande per i suoi stivali”
Alla curiosità del mondo sulle sorti dell’imprenditore, che si dice arrestato o comunque trattenuto in qualche galera cinese, Pechino risponde ordinando ai media di non parlarne. È l’ultima novità sul caso, svelata dal “Financial Times”, dopo che il governo cinese ha deciso di mettere le mani sul colosso Alibaba. Negli ultimi due mesi, l’impreso di jack Ma ha perso 12 miliardi di dollari anche a causa del fallimento di un’offerta d’acquisto bloccata dalle autorità cinesi.
La scomparsa di Jack Ma infittisce l’elenco di miliardari e uomini d’affari scomparsi per periodi più o meno lunghi dopo aver espresso disappunto pubblico sulla politica del Partito Comunista cinese. La stessa sorte era toccata a Gou Guangchang, fondatore del fondo di investimenti “Fosun International”, svanito nel nulla nel 2015 e ricomparso qualche mese dopo senza aver mai fornito spiegazioni. Copione che si era ripetuto per Zhou Chengjian, fondatore della “Shangahai Metersbonwe Fashion & Accessories”: di lui si perde ogni traccia nel gennaio del 2016, per poi ricomparire pochi mesi dopo restando in assoluto silenzio. È andata peggio a Ren Zhiqiang, magnate del settore immobiliare che nel marzo dello scorso anno aveva osato criticare la risposta del governo alla pandemia: dopo la sua sparizione l’azienda è stata sequestrata e lui ha subito una condanna a 18 anni con l’accusa di aver intascato tangenti e abuso di potere.
Nel gennaio 2017, Xiao Jianhua, capo della società di investimenti “Tomorrow Group” era stato prelevato da un albergo di Hong Kong su una sedia a rotelle, ricomparendo diversi mesi dopo senza mai accennare a dove sia stato nel frattempo.
Per gli esperti sono tentativi di Pechino di troncare qualsiasi tipo di sfida o sfiducia verso il governo, considerando i titolari di grandi ricchezze come potenziali minacce per il partito.