Quando la paura mondiale per il coronavirus sarà finita, le compagnie aeree saranno sull’orlo della bancarotta. Sono loro, con un effetto più rapido e visibile di altri settori economici, le prime vittime di un’epidemia che ha avuto come conseguenza immediata la fortissima riduzione della domanda di viaggi aerei. Colossi mondiali come Amazon e Google, ma sono solo due dei tanti esempi possibili, hanno ordinato il congelamento di tutti i viaggi non essenziali dei propri dipendenti. Il risultato è evidente: aerei costretti a volare con pochi passeggeri, terminal deserti.
In Cina l’impatto è stato ancora più grave, con un calo dell’80% dei viaggi aerei che ha colpito gli aeroporti più trafficati del Paese con cancellazioni di massa di voli nazionali e internazionali.
Un effetto che secondo gli esperti è di gran lunga superiore all’ondata di paura seguita agli attentati dell’11 settembre 2001: “Nei mesi successivi, i ricavi delle compagnie aeree erano scesi di circa 19,6 miliardi di dollari, e ci sono voluti circa nove mesi prima di vedere il comparto riprendersi - ricorda l’esperto del “Wall Street Journal” Benjamin Katz - ora, con il coronavirus, la situazione è molto diversa ed è difficile dare una valutazione, ma gli analisti temono che possa durare più a lungo”. Secondo alcune stime del gruppo industriale IATA, le conseguenze dell’epidemia potrebbero costare all’aviazione civile perdite di entrate stimate in 29,3 miliardi di dollari per il solo 2020. I paesi con casi di contagi confermati superiori a 90 - Cina, Italia, Iran, Giappone, Singapore e Corea del Sud - rappresentano il 25% del numero di passeggeri delle compagnie aeree e il 20% del fatturato globale.
“È possibile che nel prossimo futuro tutto questo sarà ricordato come il giro di boa del settore”, ha detto Phil Seymour, CEO di “IBA Aviation Consultancy”. Le cancellazioni dei voli sono incessanti in tutto il mondo, con United Airlines che ha tagliato drasticamente i voli per il Giappone e la Corea del Sud, mentre la United ha chiuso in ribasso del 5,2% e nell’ultima settimana è scesa di oltre il 22%.