"Sono emerse criticità che impongono un'interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell'opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici, originariamente concepita anche in base a specifici volumi di investimenti da effettuare nelle tratte esclusivamente nazionali. Saranno necessari ulteriori incontri non essendoci un accordo finale. All'esito del confronto si è convenuto che l'analisi costi-benefici sin qui acquisita pone all'attenzione del Governo il tema del criterio di ripartizione dei finanziamenti del progetto tra Italia, Francia e Unione Europea. A distanza di vari anni dalle analisi effettuate in precedenza e, in particolare, alla luce delle più recenti stime dei volumi di traffico su rotaia e del cambio modale che ne può derivare, sono emerse criticità". Questa la nota di Palazzo Chigi dopo il vertice notturno. Secondo le indiscrezioni diffuse da diversi organi di stampa, al termine del vertice sulla Tav, intorno alle 2, volti scuri, bocche cucite e non ci sono state decisioni definitive, nulla è stato ancora deciso sui bandi di gara, ma si è deciso di chiedere un bilaterale con la Francia per verificare i criteri di finanziamento della Tav. Le risposte definitive sulla grande opera, dunque, sono ancora rinviate. Il premier Conte aveva promesso poche ore prima una decisione entro venerdì. “Crisi di governo no. Ma vertice infruttuoso sì. Ci riproviamo oggi”. Il vicepremier Luigi Di Maio commenta con il quotidiano online Affaritaliani.it la riunione a Palazzo Chigi sulla Tav, che non ha portato ad alcuna decisione. Poi, alla domanda ‘Come se ne esce?’ Di Maio risponde: “E’ tosta”. Oltre cinque ore per un vertice ancora interlocutorio sul tema dei bandi di gara per la Tav. Dopo la parte tecnica relativa alla relazione costi-benefici, il premier Conte, i suoi vice Salvini e Di Maio e il ministro delle Infrastrutture Toninelli hanno proseguito la scorsa notte a Palazzo Chigi il confronto sulla ferrovia Torino-Lione, che divide i due principali partiti di governo.