Ha iniziato lui, come sempre, il più rissoso della compagnia: Donald Trump. Per tamponare le perdite della “Boeing”, trascinata all’ingiù dal “737 Max 8” contro cui si è schierato il mondo intero, il presidente americano ha tirato fuori dal cassetto una vecchia storia che riguarda gli aiuti economici con cui la UE favorirebbe l’Airbus, principale competitor della Boeing, visti i recenti accadimenti balzata in posizione di dominanza sul mercato aeronautico, e in più reduce da un recente ordine di 300 Airbus strappato durante la recente visita europea del presidente cinese Xi Jinping.
Nel tweet al curaro, Trump parla di notizia confermata dall’organizzazione mondiale al commercio, tuonando: “L’Unione Europea si è approfittata degli Stati Uniti sul commercio per molti anni. Ma presto si fermerà”. Da qui l’annuncio di nuove tariffe per compensare le perdite, concentrate sia su velivoli e componenti Airbus, ma anche su decine di prodotti alimentari, compresi vini, formaggi e oli italiani. “Quando la UE metterà fine a questi sussidi dannosi, i dazi addizionali potranno essere revocati”, ha commentato Robert Lightizer, responsabile americano per il commercio. Parole e minacce che da Bruxelles respingono con forza: sulla guerra commerciale Airbus-Boeing si è pronunciata il 28 marzo scorso l’OMC (World Trade Organisation) con una sentenza in cui la UE, “per permettere alla aziende di competere sul mercato a condizioni eque”, era autorizzata a sovvenzionare la Airbus, esattamente come gli USA fanno da tempo con la Boeing attraverso sussidi e misure di sostegno.
Da qui la solita risposta trumpiana, con la minaccia di nuovi dazi per circa 11 miliardi di dollari verso prodotti di importazione europea come elicotteri, motociclette, abbigliamento e prodotti alimentari come il pecorino, l’Emmental, il cheddar, yogurt, burro, vini frizzanti, agrumi, olio d’oliva e marmellata. Misure che saranno attivate dopo le stime fatte dal WTO per “compensare” al centesimo i sussidi europei alla Airbus.
E la UE non è rimasta a guardare, annunciando una reazione proporzionata che si stima sia intorno ai 20 miliardi di dollari verso prodotti americani importati nel vecchio continente. Un paniere lungo 11 pagine che sarà svelato nel dettaglio la prossima settimana, ma che quasi certamente includerà i vini e le prugne californiane, snack come “Mars”, “Twix”, M&Ms”, chewing-gum, tabacco, vaniglia, caffè, pesce surgelato, succhi, frutta secca, olio di semi, biliardi, videogiochi, elicotteri, valigie, borse, prodotti chimici e macchinari agricoli. Anche in questo caso, sarà l’arbitrato della WTO a stabilire determinare la cifra che in base gli accordi Usa e UE hanno diritto di imporsi a vicenda.
I tempi perché tutto questo diventi operativo non si annunciando brevissimi: fra l’estate e l’autunno la WTO dovrebbe aver stabilito l’entità dei dazi, che potrebbero entrare in vigore non prima del 2020. C’è tutto il tempo per fare pace, auspicano in molti.