Basta il volto di Salah Abdeslam, perché la memoria corra alla notte del 13 novembre 2015, quando a meno di un anno dalla strage del settimanale “Charlie Hebdo”, un commando di terroristi dell’Isis ha messo a ferro e fuoco Parigi mietendo 137 vittime, compresi gli attentatori. L’unico sopravvissuto a quella notte d’inferno che ha come simbolo il teatro “Bataclan”, è stato lui: dopo mesi di fuga viene arrestato il 18 marzo successivo a Molenbeek, culla jihadista di Bruxelles, nel corso di una sparatoria in cui rimane ferito ad una gamba. Estradato in Francia il 23 marzo, da allora si trova nel carcere di massima sicurezza di Fleury-Mérogis, dove nel 2016 è stato condannato a vent’anni di reclusione.
Ma adesso, per quei tortuosi percorsi della giustizia che non sono solo un’anomalia tutta italiana, arriva quella che in Francia suona come una beffa: secondo una rivelazione del quotidiano “Le Figaro”, il tribunale amministrativo di Versailles ha condannato lo Stato a risarcire Abdeslam con 500 euro per le “condizioni di detenzione”. La multa si riferisce alla decisione di Jean-Jacques Urvoas, allora ministro della giustizia, che aveva per il terrorista aveva previsto la sorveglianza video continua. L’avvocato di Abdeslam ha presentato ricorso, appellandosi agli articoli 34 e 37 della Costituzione francese. attraverso il suo legale, Salah Abdeslam ha comunicato di voler rifiutare la somma.