Numeri precisi non ne esistono, ma si parla di migliaia: sono i figli dei preti, li chiamano così, bambini nati da rapporti a volte consenzienti e altri no. Quante siano state le gravidanze interrotte non è dato saperlo, ma in tantissimi sono nati comunque, dimenticati e nascosti perché peccati che diventati carne e sangue. Da decenni su questo mistero indagano in tanti: li rintracciano, li fanno parlare, raccontano le vite di chi è nato ma non ha mai avuto il diritto di chiamare qualcuno mamma e papà. Lo avevano fatto i segugi di “Spotlight”, le truppe d’assalto del “Boston Globe”, con un’inchiesta che aveva fatto scalpore.
E qualcosa, nel tempo, si è rotta nell'impenetrabile cortina di silenzio: aveva iniziato la conferenza episcopale irlandese, ma anche il Vaticano pare avesse aperto uno spiraglio, emanando segretamente una linea guida per i casi dei figli avuti da preti e suore. Meglio ancora hanno fatto di recente in Francia, dove l’associazione “Les Enfants du Silence”, qualche mese fa è riuscita a portare tre giovani, la cui esistenza è stata negata per lungo tempo, davanti ai Vescovi di Parigi. Anne-Marie Jarzac, 67 anni, figlia di un prete e una suora, non è riuscita a nascondere l’emozione: “Penso a tutti quei ragazzi che tentato disperatamente di sapere chi era il loro padre”.
Una sorta di anteprima allo storico incontro previsto il prossimo 13 giugno, quando una cinquantina di figli del peccato incontreranno le alte gerarchie ecclesiastiche francesi. L’annuncio è stato confermato da Olivier Ribadeau-Dumas, segretario generale della Conferenza dei Vescovi di Francia, e ripreso dai media con grande risalto, perché si tratta di un passo di portata epocale verso una verità nascosta per troppo tempo. I giovani racconteranno le loro storie, ma sarà anche un momento per la Chiesa per capire in che direzione muoversi, individuando una linea comune per coloro che hanno avuto figli durante il sacerdozio e per riconoscere alla luce del sole i diritti di chi è nato da una colpa. Sullo sfondo, la questione del celibato, che da millenni fa discutere ma su cui il Vaticano – come ribadito da Papa Francesco – non sembra avere alcuna intenzione di cedere.