Un cadavere ritrovato nella camera di un elegante hotel del Golfo Persico: ci sono evidenti segni di lotta, ma la porta è chiusa a chiave dall’interno. Uno scienziato nucleare iraniano ucciso da un motociclista mentre è fermo ad un semaforo. Un terrorista palestinese muore dopo una lunga agonia: i motivi restano un mistero per i medici fin quando non scoprono qualcosa di strano nel dentifricio che era solito usare.
In questi, come in molti altri casi, c’è la firma di uno dei più potenti servizi segreti del mondo: il Mossad israeliano. Avvolto nella leggenda di un’organizzazione tanto efficiente quanto spietata, dotata di una capacità operativa chirurgica, abile nel reclutamento e nell’uso delle tecnologie più avanzate, rispetto agli altri servizi segreti gode di un’immunità politica. L’istituto – questo il significato del nome – non è governato da scelte di spartizione, come accade per la CIA americana: dal 1949, i 22 direttori hanno diretto centinaia di operazioni segrete del Mossad, compresi omicidi, abbattimenti di aerei, cattura di terroristi e sabotaggi.
L’ultima, su cui nessuno nutre dubbi, l’eliminazione - poco più di una settimana fa - di Mohsen Fakhrizadeh, la mente del programma segreto di armi nucleari dell’Iran. Secondo gli esperti, l’audace e spaventosamente efficiente attacco porta i segni distintivi del Mossad. Quando il veicolo di Fakhrizadeh, seguito da un’auto carica di guardie del corpo, si è avvicinato a una rotatoria, una mitragliatrice automatica nascosta in un pickup vuoto parcheggiato nelle vicinanze ha aperto il fuoco: il mezzo, pieno di esplosivo, è stato poi fatto saltare in aria con un comando a distanza. Alcuni uomini armati sono saltati fuori da un’altra vettura parcheggiata, mentre il resto della squadra, composta da una dozzina di uomini, ha aperto il fuoco con fucili da cecchino. Colpito almeno tre volte, lo scienziato è sceso dall’auto barcollando ed è crollato a terra.
Poco prima, le telecamere di sorveglianza sull’incrocio erano state disattivate e la clinica medica più vicina era senza elettricità: Fakhrizadeh è stato trasportato in elicottero a Teheran, ma all’arrivo era morto.
“Era come un film d’azione di Hollywood”, ha raccontato un testimone, e non è la prima volta che accade: le operazioni del Mossad sono spesso descritte come film d’azione. Il dipartimento “Bayonet”, che si occupa di omicidi, ha passato più di un decennio a perseguitare e attaccare gli scienziati iraniani coinvolti nel programma di armi nucleari, visti come una minaccia all’esistenza di Israele. Sebbene non ammetta mai la responsabilità degli omicidi, il Mossad è stato accusato di una serie di morti di numerosi ricercatori iraniani: uno è stato vittima di un gas velenoso, uno è saltato in aria insieme ad una bomba nascosta in una motocicletta parcheggiata all’esterno della sua abitazione, mentre due scienziati sono stati uccisi da alcuni uomini in moto che in corsa hanno attaccato mine esplosive magnetiche sulle portiere.
Fin dalla sua nascita, circa 70 anni fa, il Mossad è stato altrettanto spietato nei confronti degli estremisti palestinesi, del gruppo militante sciita Hezbollah e dei criminali nazisti fuggiti dalle loro colpe. Secondo il giornalista israeliano Ronen Bergman, il cui libro “Rise And Kill First” ripercorre la storia del Mossad, l’agenzia e altri servizi di sicurezza israeliani hanno condotto almeno 2.700 omicidi dal 1948 ad oggi.
Con un budget annuale che si avvicina ai 2,5 miliardi di euro e uno staff stimato di 7.000 persone, si dice che sia la seconda agenzia di intelligence più grande del mondo dopo la CIA. Ma l’estrema capacità di mettere a segno omicidi mirati non è stata esente da controversie. I critici accusano il Mossad di una pericolosa arroganza, a cui si aggiunge l’immenso orgoglio che gli israeliani provano nelle cronache delle sue azioni. In tanti lamentano che l’agenzia dal grilletto facile si sia spesso fatta beffa delle democrazie occidentali prolungando il conflitto in Medio Oriente piuttosto che contribuire a porvi fine.
Il Mossad ha acquisito notorietà per la prima volta nel 1990, quando ha localizzato in Argentina Adolf Eichmann, uno dei principali organizzatori dell'Olocausto: estradato in Israele, venne processato e impiccato. Ma fu solo quando 11 atleti israeliani furono assassinati dai terroristi palestinesi alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972 che il programma di uccisioni prese il via in modo serio. Nel corso di due decenni, il Mossad ha ucciso 11 sospetti in tutta Europa, ma ha causato l’indignazione internazionale nel 1973, quando a Lillehammer, in Norvegia, gli agenti hanno ucciso un cameriere marocchino scambiato per la mente dell'attentatore olimpico, Ali Hassan Salameh. Sei anni dopo riuscirono a uccidere il vero Salameh a Beirut dopo che un agente del Mossad britannico, Erika Chambers, che era riuscita a fare amicizia con il terrorista, fece esplodere una bomba.