Neanche la retromarcia di Macron sull’aumento dei carburanti è bastata: la Francia ribolle di rabbia e la protesta dilaga, da nord a sud. Ormai è una guerra aperta all’esecutivo che inizia ad avere anche ripercussioni politiche: la sinistra ha presentato una mozione di sfiducia verso l’esecutivo, e i giornali raccontano implacabili percentuali di consenso per Macron, ormai vicino al 20%.
Oltre ai boulevard di Parigi, che si preparano al quarto sabato consecutivo di devastazioni, la rabbia tracima anche a Tolosa e Marsiglia, dove un nuovo fronte di protesta, rappresentato dagli studenti che chiedono la riforma della scuola, hanno scatenato l’inferno nella zona del porto vecchio, della gare Saint-Charles e al liceo Victor Hugo. Non è da meno Nizza, dove la gendarmerie ha arrestato 33 persone dopo alcuni scontri molto violenti in scena nei pressi del Parc Imperial, un liceo che accoglie quasi 2.000 allievi. Ben 146 i fermati dalla polizia nel dipartimento di Yvelins, nell’Île-de-France, per finire - al momento - con Montepellier e Bezier: saccheggi, barricate, auto date alle fiamme e feriti.
E sabato è alle porte: “Fly Rider”, nome di battaglia di Maxime Nicolle, capobastone di un gruppo Facebook con 130mila gilet-jaunes fra i più incacchiati, ha lanciato l’avvertimento: “Eviti di andare a Parigi chi vuole dimostrare in modo pacifista, perché quello che accadrà sarà molto violento”. Un annuncio raccolto da Jaqueline Gorault, ministro per la coesione del territorio, che oltre a invitare i negozianti degli Champs-Elysee ad abbassare le serrande, ha lanciato un appello “a restare in casa, perché ci sono serie possibilità che vada a finire male”. Chiusi una decina musei e teatri parigini, e rinviate alcune partite della 17esima giornata della “Ligue 1”: PSG-Montepellier, Tolosa-Lione, Saint-Etienne-Marsiglia e Monaco-Nizza rinviate a data da destinarsi.
Edouard Philippe, ministro dell’interno, ha promesso che chi ha imbrattato l’Arc de Triomphe sarà assicurato alla giustizia, ammonendo i manifestanti ad annullare la manifestazione di sabato, perché si troveranno di fronte 65mila agenti pronti a impedire ogni tipo di violenza.
Le fazioni in campo, oltre agli ormai celebri “gilet janue”, sono anche gli studenti, che chiedono al governo un’altra marcia indietro verso i provvedimenti che penalizzano i meno abbienti, chiedendo conto anche dell’esame di maturità, dell’orientamento professionale, dell’accesso all’università gravato da troppe tasse e della soppressione di 2.600 cattedre.