A più di due mesi dal tragico rogo che il 16 aprile scorso ha divorato la cattedrale parigina di Notre-Dame, la polizia ha reso noti i risultati delle indagini preliminari, scattate all’indomani dell’incendio per individuare le cause scatenanti e soprattutto capire se si sia trattato di un incidente o di un atto volontario. Va detto, una risposta certa al momento ancora non c’è: le ipotesi non si discostano molto dalle supposizioni che già circolavano nelle ore successive al rogo. La scintilla da cui sono partite le fiamme sarebbe stata scatenata da una sigaretta o da un cortocircuito, ma mancano prove certe per stabilirlo con certezza.
Le fiamme hanno divorato la “flaché” e il tetto, e nelle concitate ore della lotta contro le fiamme, tre persone sono state ferite, due agenti di polizia e un vigile del fuoco. Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Parigi, hanno sentito le testimonianze di circa cento persone, riuscendo almeno a eliminare una delle ipotesi, ovvero che si sia trattato di un incendio di natura dolosa o criminale. Terminata la fase preliminare, l’inchiesta passa adesso nelle mani di tre magistrati, incaricati di fare piena luce sul rogo di Notre-Dame.