L’hanno cercata senza sosta per una settimana, con le speranze che diminuivano di ora in ora. Amelia Bambridge era scomparsa il 24 ottobre scorso, dopo una festa sulla “Police Beach” di Koh Rong, in Cambogia. Era in compagnia di alcuni amici conosciuti durante un viaggio alla scoperta del sud-est asiatico nel suo anno sabbatico.
Il suo corpo è stato ritrovato da alcuni pescatori incagliato negli scogli al largo dell’isola di Koh Chhlam, a circa 100 km dal luogo in cui era scomparsa: la conferma è arrivata da Chuon Narin, capo della polizia provinciale. Il corpo è stato identificato attraverso un tatuaggio e dai vestiti che indossava al momento della scomparsa: le prime indicazioni indicano l’annegamento come possibile causa della morte, anche se la conferma la darà l’autopsia prevista nei prossimi giorni.
La polizia aveva lanciato un’operazione di ricerca su larga scala con droni, elicotteri, sommozzatori e oltre 150 persone fra forze dell’ordine, volontari e la sua famiglia, volata in Cambogia per unirsi alle ricerche.
dopo che Amelia, 21enne di Worthing, nel West Sussex, non era più tornata nell’ostello in cui alloggiava. Era stata vista l’ultima volta a una festa, e il suo zaino - con portafoglio, cellulare e carte di credito - è stato ritrovato su una spiaggia vicina, mentre il suo passaporto era rimasto all’ostello.
Nei giorni scorsi, la sorella Georgie aveva raccontato che Amelia voleva vivere la vita al massimo: era la prima volta che viaggiava da sola, ed era “eccitata all’idea di partire”. L’ultima volta che hanno parlato è stato il 23 ottobre, quando Amelia ha mandato un SMS per dire quanto fosse straordinario il suo viaggio.
Sei uomini che lavorano in ristoranti, alberghi e pensioni sull’isola sono stati interrogati dalla polizia e poi rilasciati: erano stati fermati dopo alcuni reclami di turisti occidentali che segnalavano comportamenti sospetti nei confronti delle donne.