Al solito: neanche il tempo di sbarcare dall’Air Force One a Londra, dove partecipa al vertice per i 70 anni della Nato, e Donal Trump riesce a gettare lo scompiglio. Per ingannare le lunghe ore di volo se la prende con gli europei, in particolare Francia, Italia, Turchia e Austria, Paesi che minaccia apertamente di dazi pesantissimi se passasse la “Digital Tax” che colpisce i colossi americani Google, Apple, Amazon e Facebook.
Il principale obiettivo degli strali di Trump è comunque l’omologo francese Emmanuel Macron, che prima dell’inizio del vertice aveva parlato di “morte cerebrale” dell’Alleanza Atlantica, una frase definita “Offensiva, sgradevole e irrispettosa nei confronti degli altri 28 Paesi della Nato”.
Quella di Trump è una presenza pesante, che arriva in un momento di forte imbarazzo tanto per il Regno Unito quanto per il presidente americano. A Buckingham Palace, dove è stato organizzato il ricevimento reale offerto dalla regina Elisabetta per i leader dei 29 paesi della Nato, si respira la tensione delle ultime vicende del principe Andrea, finito in un groviglio così complicato da trascinarsi dietro l’intera onorabilità della Royal Family.
Intorno ad Andrea il vuoto si allarga: perfino Trump ha negato di averlo mai conosciuto. Affermazione subito smentita dai tabloid di mezzo mondo, che pubblicano foto di ogni epoca in cui i due appaiono insieme, felici e sorridenti. L’ultima volta, la più recente, nel corso della visita di stato nel Regno Unito di Trump nel giugno di quest’anno.
E la situazione non migliora parlando dei guai interni di Donald: mentre Trump saliva la scaletta dell’aereo presidenziale, la commissione intelligence della Camera ha approvato il rapporto sull’impeachment, che ha fatto il pieno fra i Dem e ovviamente i massicci voti contrari dei Repubblicani. Il documento, 300 pagine di tabulati telefonici, cronologie e testimonianze, sarà diffuso nelle prossime ore diventando la tabella di marcia per gli articoli dell’iter della messa in stato d’accusa.
Per gli analisti si tratta di una svolta epocale dell’indagine, poiché è la rappresentazione delle prove di uno dei crimini politici più gravi della storia degli Stati Uniti, sufficiente a pensare che non esista alternativa alcuna, se non quella di rimuovere il presidente dall’incarico 11 mesi prima delle prossime elezioni.
Trump, ovviamente, la pensa in modo diverso: “Una bufala antipatriottica” la definisce, dando poi il benservito ad Adam Schiff, presidente della commissione intelligence della Camera, liquidato come “Pazzo e gravemente malato”. Poche ore prima, Schiff non era andato per il sottile: “Dovremmo preoccuparci dei dettagli dell’Ucrainagate, perché possiamo essere certi che il Presidente lo rifarà alla prima occasione”.
Dalla sua, Trump conta sull’assoluzione piena del Senato, dove i Repubblicani hanno la maggioranza, ma prima di arrivare a questo, i Dem contano di far votare la messa in stato d’accusa prima di Natale.