Secondo referendum sulla Brexit? Theresa May ha ribadito la propria sostanziale contrarietà a un nuovo referendum, ma ha riconosciuto che si tratta di una “importante questione”, fortemente sentita tra i parlamentari. Da questo nasce la proposta di includere nella legge quadro sull’uscita dall’Ue anche un emendamento che preveda la possibilità di votare una nuova chiamata dei cittadini britannici alle urne. “Stiamo facendo una nuova offerta per trovare un compromesso in Parlamento. È l‘ultima opportunità, l’unico modo per ottenere la Brexit”, ha spiegato la premier. “Ho chiarito la mia posizione molte volte su questo punto. Non credo che questa strada sia quella che dovremmo percorrere. Credo che dovremmo implementare il risultato del primo referendum, non chiedere ai britannici di votare una seconda volta”. Ma il governo è disposto a scendere a compromessi e a includere “la possibilità di votare sul tenere o meno un nuovo referendum, che dovrà avvenire prima della ratifica di un accordo di ritiro. Dovete votare un nuovo accordo per avere un nuovo referendum“.
Il nuovo accordo prevede misure in grado di accontentare sia il governo che l’opposizione “Il governo lascerà che sia il Parlamento a decidere cosa fare riguardo alle dogane“, ha continuato. Resta infatti acceso lo scontro tra i laburisti, sostenitori di un’unione doganale, e i conservatori.
Corbyn ha definito il testo presentato dalla premier “una rimasticatura di quanto già discusso. Non vi sono cambiamenti fondamentali sull’allineamento al mercato unico e sull’unione doganale e il Labour non sosterrà” il testo nella sua seconda lettura”.