Contrordine ragazzi, non se ne fa nulla. Nel luglio scorso, un runner australiano aveva annunciato quasi per scherzo di voler “conquistare” la famigerata “Area 51”, la base militare americana coperta da una cortina invalicabile di segretezza, ma poco dopo la situazione era diventata imbarazzante, con almeno un milione di persone che avevano preso la sparata come un invito e promettevano di presentarsi nel deserto del Nevada puntuali il prossimo 20 settembre, con l’idea di andare a vedere cosa c’è al di là dei cancelli, al grido di “They cant’ stop all of us”, non possono fermarci tutti. Erano seguiti avvisi del ministero della difesa americano, che aveva invitato a non scherzare col fuoco, pena conseguenze molto pesanti. Ma nulla, il milione di persone erano diventati due e i giorni passavano inesorabili, avvicinandosi pericolosamente alla data dell’invasione. Addirittura, alla marcia di coloro che pretendevano di “vedere gli alieni”, si era aggiunto l’Alienstorck, un festival musical-artistico, come va di moda oggi, già ribattezzato il “Coachella dei complottisti”.
Ma tutti gli eventi in programma, dal raduno al festival, sono stati annullati. Ufficialmente per questioni logistiche, perché sarebbe diventato difficile e complicato dare riparo e ristoro centinaia di migliaia di persone nel mezzo di un deserto dove il clima è implacabile. In realtà, secondo alcune voci, a riportare verso miti consigli gli organizzatori ci sarebbe stata una visita poco cordiale dell’FBI, dettaglio che avrebbe convinto a spostare la voglia di far festa al “Las Vegas Events Center”, dove non manca nulla, a parte gli alieni.