Come ogni anno, migliaia di persone hanno sfidato il freddo per dare vita al “Naked Festival” nella prefettura di Okayama, nella parte meridionale dell’isola di Honshu, in Giappone.
L’evento, chiamato “Hadaka Matsuri” in lingua giapponese, è un festival che si tiene il terzo sabato di ogni anno presso il tempio Saidaiji Kannonin, a circa 30 minuti di treno da Okayama. Un evento che ogni anno attira circa 300mila persone, con 10mila partecipanti maschi che, al contrario di quanto suggerisca il nome, non sono del tutto nudi: indossano il “fundoshi”, il perizoma giapponese, e i “tabi”, un paio di caratteristici calzini bianchi.
Il festival, che è di auspicio di prosperità e fertilità necessario per un raccolto abbondante, inizia con un evento riservato ai giovani: “Speriamo che possano mantenere viva la tradizione anche in futuro”, ha commentato Mieko Itano, portavoce dell’ente turistico di Okayama.
La sera, gli uomini passano un paio d’ore a correre intorno al tempio per prepararsi e purificarsi con acqua gelida: quando le luci del tempio si spengono, intorno alle 22, un sacerdote lancia da una finestra a quattro metri di altezza 100 fasci di ramoscelli tra la folla.
È in quel momento che inizia il caos: i partecipanti si spintonano anche in modo violento per riuscire a impadronirsi di un ramoscello: secondo la leggenda, chi ci riesce pare si assicuri un anno di fortuna sfacciata. L’intero rito dura circa 30 minuti e al termine si contano le ferite: graffi, lividi, ematomi e distorsioni sono la pura normalità.
Il festival si è evoluto da un rituale iniziato 500 anni fa, durante la dinastia Muromachi (1338-1573), quando gli abitanti del villaggio facevano a gara per accaparrarsi i talismani di carta che venivano distribuiti da un sacerdote del tempio. In forza della propria storia, nel 2016 il festival è stato incluso nell’elenco dei beni culturali immateriali: è uno dei vari “festival della nudità” che si tengono in tutto il Giappone. Quest'anno, gli organizzatori hanno anche preso ulteriori precauzioni per via del coronavirus, con disinfettanti per le mani posizionati ovunque.