Per essere un paese in cui si legge molto poco – i dati raccontano di 23 milioni di persone che almeno una volta all’anno si costringono a leggere qualcosa – il Salone del Libro di Torino è un’eccezione. La folla è perenne, dall’apertura alla sera: si sciama fra gli stand, si guarda e si sfoglia, ma non è detto che si compri. Anzi, pare proprio di no.
Eppure, da 32 anni a questa parte, l’appuntamento librario del Lingotto Fiere è ormai entrato nelle consuetudini dei primi giorni di maggio. Quest’anno ad anticipare la kermesse, che è facile immaginare chiuderà lunedì con i soliti numeri “monster”, c’è stato il piccolo, grande litigio su Altaforte, la casa editrice di estrema destra il cui stand è stato smontato di gran fretta escludendoli dalla kermesse. Una questione che aveva trasformato il Salone in “Salò”, e che per molti è stato un pretesto o una congiura verso il vicepremier, visto che la casa editrice presentava un libro intervista a Matteo Salvini. Qualcuno ricorda incidentalmente che Altaforte era presente anche gli anni scorsi, e nessuno ha detto nulla, e che la polemica ha regalato molta più visibilità alla piccola casa editrice milanese di quanto ne avrebbe avuta rimanendo al suo posto. Ma questa è l’Italia, e il Salone del Libro non è che l’ennesimo specchio fedele.
Quella iniziata giovedì 9 è un’edizione che ha come slogan “Il gioco del mondo”, preso a prestito dal titolo del più celebre romanzo dello scrittore argentino Julio Cortázar. Non è un caso: buona parte dell’intero appuntamento è dedicato proprio all’affascinante universo sudamericano, con lo spagnolo come lingua ospite. Ma è soprattutto un’edizione miracolata, preceduta da un anno intero di litigi, minacce, rimbrotti, mugugni e incertezze di ogni tipo, politiche, logistiche e puramente gestionali. Il nuovo corso è stato definito la “rivoluzione dolce”, nella speranza di aver imboccato una strada che unisca come un filo un’edizione e l’altra con un minimo sindacale di serenità.
Per i visitatori la novità dell’Oval, molto più luminoso dei padiglioni post-industriali del Lingotto, che comunque restano in servizio attivo. In tutto, 63mila metri quadri totali, e la sensazione che la logistica abbia reso meno asfissiante la vicinanza fra gli stand.
Per la sedicesima volta torna anche il “Salone Off”, che coinvolge le otto circoscrizioni cittadine e una ventina di comuni della prima cintura torinese: 530 appuntamenti in 270 location diverse.
Tanti gli ospiti, italiani e internazionali: a Torino sono attesi Viet Thann Nguyen, vincitore del “Pulitzer”, ma anche Matt Salinger, figlio del leggendario autore del “Giovane Holden” e Danny Goldber, storico manager dei “Nirvana”. Quindi Marco Missiroli, Michela Murgia, Lidia Ravera, Gianrico Carofiglio, Ascanio Celestini, Pietrangelo Buttafuoco, Luciana Littizzetto, Pif, Sophie Kinsella, Jovanotti, Pippo Baudo, Achille Lauro, Alberto Angela, Samantha Cristoforetti, Alessandro Baricco, Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio. In tutto più di 1.200 gli appuntamenti fra interviste, presentazioni, tavole rotonde e compleanni illustri: i 50 anni di “Sellerio”, i 30 della “Lindau”, i 20 della “Fandango”, i 90 di “Bompiani”, i 50 della “Newton Compton” ed i 70 della “BUR”.
INFO PRATICHE
32° Salone Internazionale del Libro di Torino
9-13 maggio - Lingotto Fiere
Accessi: via Nizza, 280, via Nizza 294, via Mattè Trucco 70 e dalla Stazione Lingotto.
Orari: giov, dom e lun h. 10-20 – ven e sab h. 10-21
Ingressi: intero 10 euro + dp
Ridotto Giovani Web (dai 7 ai 26 anni) 8 euro + dp
Ridotto Bimbi Web (dai 3 ai 6 anni) 2,50 euro + dp
Ridotto over 65 euro 8 + dp
Abbonamento 25 euro + dp
Ridotto comitive (minimo 25 persone) 8 euro + dp