Inventore, architetto, scultore, pittore, trattatista, scenografo, anatomista, musicista e progettista. Definire Leonardo da Vinci, fra tutti i geni della storia il più geniale di tutti, non è cosa semplice. A 500 anni dalla morte, ancora si studiano i misteri di un sapere che per l’epoca in cui visse era impensabile, e ancora si scoprono nuove cose di cui si occupò nei 67 anni che il destino gli concesse.
L’ultima o solo una delle più recenti, riguarda la cosmetica, quello che oggi chiamiamo “make-up”. Da Vinci maestro della cosmesi è il ritratto quasi inedito di “Leonardo Genio e Bellezza”, una mostra ospitata al “Cosmoprof Worldwide” di Bologna, evento dedicato alla fiorente industria della cosmetica.
Curata dalla leonardista Maria Pirulli e realizzata da “Cosmetica Italia”, “Accademia del Profumo” “Cosmoprof”, la mostra propone una selezione di codici con le innovazioni di Leonardo in ambito cosmetico, oltre a studi su piante e fiori racchiusi nelle sue opere e ai primi procedimenti di distillazione che hanno portato alla nascita della chimica. Codici, studi e idee di Leonardo, affascinato dai distillati per “fare li capelli biondi” utilizzando zolfo, allume di feccia e mele, o ancora formule per “odori soavi” per le dame rinascimentali e addirittura “cerette” primordiali, per eliminare gli antiestetici peli superflui con arsenico e pigmenti d’oro. Fra i ritrovati dell’epoca era celebre “l’acqua di chiocciole”, di cui Luisa Gherardini, per la storia la Monna Lisa, ne era un’avida consumatrice. Non mancano le figure femminili rinascimentali più rilevanti con i loro “experimenti” e le ricette. “Penso che le ricette cosmetiche di Leonardo - commenta la ricercatrice Maria Pirulli - siano state viste dai suoi contemporanei come una sorta di magia e oggi, al contempo, lo possiamo ritenere senza ombra di dubbio un “apripista” di tutto ciò che concerne la bellezza femminile e la cosmesi odierna”.
Dopo Cosmoprof, la mostra “Leonardo Genio e Bellezza” sarà ospitata dal 3 maggio al 20 settembre presso il Museo di Palazzo Macenigo, a Venezia, per poi trasferirsi per due soli giorni (28 e 29 settembre) alla “Casa degli Atellani” di Milano, edificio appartenuto a Ludovico il Moro e dimora di Leonardo durante i lavori dell’Ultima Cena.