Lo scandalo partito dal caso del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein continua ad allargarsi al giro di amicizie che contano, facendo nuove vittime. Questa volta nei guai è finito James “Jes” Staley, banchiere di origine americana, classe 1956, amministratore delegato di “Barclays”, potente banca britannica d’investimento presente in oltre 50 paesi che nel 2008 ha acquisito la “Lehman Brothers”.
Staley, sarebbe finito sotto la lente delle autorità di regolamentazione britanniche per il suo rapporto con il finanziere morto suicida in cella lo scorso agosto e per l’improvviso balzo dell’utile dell’istituto nel 2019, chiuso con aumento del 54%, a 2,46 miliardi di sterline.
“Il rapporto tra il signor Staley e il signor Epstein è stato oggetto di un’indagine da parte della Financial Conduct Authority a cui la Società ha risposto: l’ente ha avviato un’indagine, tutt’ora in corso”, ha comunicato Barclays in una nota ufficiale. Obiettivo dell’indagine è stabilire se il rapporto tra i due sia stato correttamente trasmesso alla banca e alle autorità di regolamentazione.
Staley guida il colosso Barclays dalla fine del 2015, dopo aver lavorato per più di 30 anni in “JPMorgan”, dove è stato a capo della divisione di investment banking.
Nella dichiarazione, Barclays ha riferito che Staley aveva sviluppato una relazione professionale con Epstein negli anni passati, ma non aveva più avuto contatti con il finanziere da quando aveva assunto il ruolo di CEO.
“Sulla base di un esame, condotto con il supporto di un consulente esterno, dalle informazioni a nostra disposizione e dalle dichiarazioni del signor Staley, il consiglio di amministrazione ritiene che il signor Staley abbia agito in piena trasparenza con la società per quanto riguarda la natura e la portata del suo rapporto con il signor Epstein. Di conseguenza, il signor Staley mantiene la piena fiducia del cda ed è stato indicato all’unanimità per la rielezione nel corso della prossima assemblea generale”.