Erano esattamente le 17:03 del 4 maggio 1949, quando il “Fiat G.212” della “Ali”, si schianta sul muraglione della Basilica di Superga, sulla collina torinese. A bordo c’è il “Grande Torino” per intero, insieme agli accompagnatori, l’equipaggio e tre giornalisti italiani: le vittime sono 31. Il Torino di Mazzola, Bacigalupo, Gabetto, Ossola e Rigamonti tornava da un incontro amichevole con il Benfica, a Lisbona, organizzato per aiutare il capitano della formazione portoghese, in gravi difficoltà economiche. L’aereo era partito da Lisbona per fare un primo scalo e Barcellona e proseguire verso l’aeroporto di Torino-Aeritalia seguendo la rotta Tolone, Nizza e Savona: su Torino quel giorno il tempo è pessimo, piove e una fitta nebbia che ristagna da ore riduce di molto la visibilità. I motivi dello schianto restano tutt’oggi un mistero, e per lungo tempo sono stati oggetto di ipotesi e fantasie: solo di recente si è ipotizzato un guasto dell’altimetro che finì per ingannare i piloti. Due giorni dopo la tragedia, il 6 maggio, il corteo dei feretri attraversa il centro di Torino, con oltre mezzo milione di persone a dare l’ultimo addio ad una squadra leggendaria.