Alle 10:40 ora irachena del 12 novembre 2003, due anni, due mesi e un giorno dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York, un camion cisterna carico di esplosivo deflagra davanti all’ingresso della base italiana MSU (Multinational Specialize Unit) di Nassiriya, causando poco dopo l’esplosione di un deposito munizioni. Restano a terra 28 morti, 9 iracheni e 19 italiani, di cui 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e due civili, più 58 feriti. La strage avrebbe potuto essere di proporzioni ancora più gravi se il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base “Maestrale”, una delle due sedi dell’operazione “Antica Babilonia”, non avesse ucciso i due attentatori suicidi all’ingresso della struttura, impedendo loro di arrivare all’interno. Le due inchieste, una avviata delle autorità militari e l’altra della Procura di Roma, non sono riuscite ad accertare se il mandante sia stato il terrorista giordano Abu Mus’ab a-Zarqawi o una cellula libanese vicina ad al-Qaeda.