Senza quella raffica di proiettili alla schiena sulla strada di Sarobi, in Afghanistan, oggi Maria Grazia Cutuli festeggerebbe i 57 anni. Il suo è il nome di uno dei tanti giornalisti che hanno dato la vita tentando di raccontare la verità di guerre che dilaniano zone del mondo senza pace. Era nata a Catania il 26 ottobre 1962, e aveva iniziato la carriera per il quotidiano “La Sicilia”, per poi partire verso Milano ed essere assunta dal “Corriere della Sera”. È giovane, piena di coraggio e vuole andare dove “la terra brucia”: Bosnia, Congo, Sierra Leone, Cambogia. Il 19 novembre del 2001, con il mondo ancora scosso dalla strage delle Torri Gemelle di New York e la rabbiosa reazione americana, insieme ad alcuni colleghi decide di spingersi alle zone dei talebani, martellate dalle bombe dell’Alleanza del Nord. Otto uomini armati bloccano il convoglio che viaggia verso Kabul: il corpo di Maria Grazia, insieme al collega di “El Mundo” e due corrispondenti dell’agenzia “Reuters”, viene ritrovato qualche giorno dopo. Nessuno ha mai rivendicato quegli omicidi.