Nel corso di un’affollatissima conferenza stampa, il sudcoreano Lee Man-hee, 88 anni, leader della setta religiosa di Shincheonji, si è inginocchiato per chiedere scusa ai suoi connazionali: più di 2.100 persone sono state contagiate dal coronavirus durante le funzioni nel tempio di Daegu. Le scuse pubbliche non hanno impedito al governo di aprire un’indagine sulla setta, accusata di aver tenuto nascosti i nomi di alcuni affiliati mentre i contagi nel Paese iniziavano a crescere in modo esponenziale. Attualmente, in Corea del Sud si registrano quasi 5.200 casi.