Con appena 38 preferenze su 900, il brano di Luigi Tenco “Ciao amore, ciao” era precipitato al 12esimo posto dell’edizione del 1967 del Festival di Sanremo, in scena nel salone delle feste del Casinò. L’esclusione dalla serata finale era stata comunicata al'arista alessandrino, addormentato su un tavolo da biliardo per via di un farmaco e un forte alcolico che il cantautore aveva assunto prima di entrare in scena, condizionando l’esibizione. Cosa accadde dopo non è mai stato chiarito del tutto, diventando una leggenda avvolta da un mistero che da allora ha diviso in due intere generazioni di italiani: il corpo senza vita di Luigi Tenco viene ritrovato alle 2:02 del mattino nella stanza 219 dell’Hotel Savoy da Dalida, la cantante francese che secondo il regolamento dell’epoca aveva cantato insieme a lui il brano in gara. Il corpo presentava un foro di proiettile che aveva attraversato le due tempie di Tenco. Sul tavolo un biglietto che avvalorava l’ipotesi del suicidio, ma diversi indizi fanno invece pensare a qualcosa di strano: nessuna autopsia fu ordinata sul cadavere, spostato e poi rimesso in posizione dalla polizia, e poco prima della morte, Tenco aveva parlato al telefono con la sorella assicurando che l’indomani avrebbe indetto una conferenza stampa per denunciare “fatti che vanno ben al di là della manifestazione”.