Il 22 giugno del 1983, svanisce nel nulla Emanuela Orlandi, una ragazzina di 15 anni, figlia di un commesso della Prefettura Pontificia: tornava a casa da una scuola di musica in piazza Sant’Apollinare, a Roma, a poca distanza da Palazzo Madama, dove studiava pianoforte, solfeggio, flauto traverso e canto corale. L’ultima telefonata a casa, intorno alle 19 dello stesso giorno, quando racconta alle sorelle di una proposta ricevuta da un misterioso uomo che le ha promesso 350mila lire per un lavoro di poche ore come promotrice di cosmetici. Da quel momento, di Emanuela non si saprà più nulla, trasformando il suo caso in uno dei più grandi e insondabili misteri della storia d’Italia. In quasi quarant’anni di indagini tante sono state le ipotesi, le congetture e i sospetti che non hanno mai portato a nulla: dallo scandalo IOR al caso Calvi, dalla banda della Magliana fino ad Alì Agca, l’attentatore di Papa Woytila. Ma nessuno, ancora oggi, è mai stato in grado di spiegare neanche cosa c'entrasse la vita di una ragazzina di 15 anni con gli intrallazzi politici, le schifezze vaticane e la malavita organizzata.