Se fosse ancora fra noi, la più controversa scrittrice italiana del Novecento compirebbe oggi 90 anni. Oriana Fallaci era nata il 29 giugno 1929 a Firenze: prima di quattro sorelle figlie di Edoardo, un accesso antifascista che coinvolge Oriana nella resistenza, affidandole il delicato compito di staffetta per la Brigata Giustizia e Libertà, formazione partigiana del Partito d’Azione. Diplomata al liceo classico, si iscrive a medicina ma passa alla facoltà di lettere, muovendo i primi passi nel giornalismo su consiglio di suo zio Bruno, anche lui giornalista. Oriana debutta sulle pagine di “Mattino dell’Italia Centrale”, un quotidiano cattolico per cui si occupa di cronaca nera, giudiziaria e costume. Trasferita a Milano diventa una delle firme di “Epoca”: nel 1956 sbarca a New York per raccontare di star del cinema e mondanità che finiranno nel suo primo libro, “I sette peccati di Hollywood”, con prefazione di Orson Welles. Diventata una firma del giornalismo internazionale, la Fallaci mette a segno interviste prestigiose fra cui quelle a Golda Meir, Deng Xiaoping, Gheddafi, l’Ayatollah Khomeini, Walter Cronkite, Yasser Arafat ed Henry Kissinger. Nel 1990 esce “Insciallah”, il suo romanzo più celebre, e la Fallaci sceglie di trasferirsi in pianta stabile a New York, che considera la sua seconda città, soffrendo enormemente per la ferita profonda dell’attentato alle Torri Gemelle. Muore a Firenze il 15 settembre 2006, a 77 anni, a causa di un cancro ai polmoni.