Venerdì 22 novembre 1963, Dallas, Texas, ore 12:30: nel giro di 8 secondi, tre colpi secchi di fucile riecheggiano sulla Dealy Plaza, affollata di gente per il passaggio del corteo che accompagna la visita in città del presidente John Fitzgerald Kennedy e di sua moglie Jackie. Il primo colpo fallisce il bersaglio colpendo il marciapiede, il secondo centra JFK al collo ma ferisce anche il governatore Connally al petto, al polso e al polpaccio, il terzo è quello mortale: colpito alla nuca, Kennedy si accascia sul sedile posteriore, soccorso dalla moglie e dagli uomini della scorta. Lee Harvey Oswald, l’uomo accusato di aver sparato dal sesto piano della Texas School Book Depository, viene arrestato pochi minuti dopo, ma non farà in tempo a dire nulla: a due giorni dall’omicidio Jack Ruby, losco gestore di un night club, lo uccide all’interno della centrale di polizia di Dallas, negando per sempre al mondo la verità. Ancora oggi, a più di mezzo secolo da quel giorno, l’assassinio di JFK resta uno dei più impenetrabili misteri della storia americana, una vicenda su cui nel tempo sono state formulate decine di teorie del complotto, mai accertate. Esattamente come il ricordo del presidente più amato di sempre, e mai dimenticato.