Sono le 7:20 del 19 marzo 1994: don Peppe Diana si sta preparando in sagrestia per la prima messa del mattino. Ma cinque colpi di pistola esplosi da un killer lo fermano per sempre: colpito al petto, alla testa, al volto, alla mano e al collo, Don Peppino muore all’istante. Parroco della parrocchia di San Nicola di Bari, a Casal di Principe, era uno dei tanti preti sulle barricate che tentava di strappare i giovani dal dominio dei boss della camorra come Francesco Schiavone, per tutti “Sandokan”. Per anni aveva denunciato i traffici illeciti e lo spaccio dei clan casalesi, che reclutavano manovalanza fra giovani emarginati. Malgrado diversi tentativi di depistaggio, il 30 gennaio del 2003 il boss Nunzio De Falco, detto “o’ lupo”, viene condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio. Ad accusarlo è l’esecutore materiale, Giuseppe Quadrano, che poco tempo prima si era consegnato alla polizia diventando collaboratore di giustizia. Il 4 marzo 2004, la Corte di Cassazione ha condannato anche Mario Santoro e Francesco Piacenti come coautori dell’omicidio.